Francesco Pischedda, di 28 anni, è morto in servizio il 3 febbraio 2017 lungo la Superstrada 36 a Colico (provincia di Lecco) dove lavorava come agente Scelto della Polizia Stradale. Aveva riportato gravi lesioni e fratture cadendo in un dirupo mentre inseguiva un ‘sospetto’, un moldavo a bordo di un furgone rubato, che non si era fermato all’alt e poi aveva tentato la fuga a piedi. I soccorsi sono arrivati dopo oltre due ore e l’agente è morto poco dopo l’arrivo in Ospedale, lasciando la moglie e una bambina di 10 mesi.
Ed ora siamo all’assurdo epilogo della vicenda. Nessun colpevole per la sua morte. Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Lecco, Salvatore Catalano, ha deciso di archiviare il fascicolo d’inchiesta per il reato di omicidio colposo contro ignoti.
Come scrive il Giornale di Sondrio, la motivazione dell’archiviazione sta nel fatto che le ferite riportate erano talmente gravi che sarebbe morto comunque, non avrebbe dunque influito il ritardo dei soccorsi. Pischedda infatti prima di essere trasportato in ambulanza rimase sul luogo della caduta per 2 ore e 20 minuti. Prima fu trasportato all’Ospedale di Gravedona dove gli diagnosticarono una grave emorragia interna, poi fu trasferito all’ospedale di Lecco. La famiglia, dopo la decisione del GUP, fa sapere che non si arrenderà e continuerà la sua battaglia per trovare un responsabile.