L’operazione, denominata «Yuan», ha portato alla luce un sodalizio responsabile a vario titolo di favoreggiamento aggravato di immigrazione clandestina, falsità ideologica, alterazione di documenti per il rilascio del permesso di soggiorno e plurimi episodi di corruzione.
Gli agenti hanno arrestato dieci persone che operavano a Bergamo e provincia oltre che nelle province di Milano e Novara. Tra loro anche dipendenti di polizia locale e funzionari amministrativi e una candidata azzurra alle elezioni del consiglio comunale di Bergamo Leandra Arnaldo Pavorè. Altre cinque persone invece sono state poste agli arresti domiciliari.
L’indagine – scrive L’Eco di Bergamo – è partita dalla segnalazione dell’ufficio Immigrazione della Questura di Bergamo alla squadra Mobile, per una richiesta di validazione di alcune pratiche di rinnovo di permesso di soggiorno a cittadini cinesi consegnate da Pierpaolo Perozziello (coadiutore amministrativo contabile, dipendente del Ministero dell’Interno, in servizio presso l’archivio dell’ufficio immigrazione della Questura di Bergamo) e corredate da certificati di residenza risultati contraffatti.
Dopo una lunga attività di indagine gli agenti sono arrivati a ricostruire il modus operandi degli arrestati. Leandra Arnaldo Pavorè e Xiaochao Dong, titolari di un’agenzia di pratiche amministrative, attraverso la fattiva collaborazione degli appartenenti all’amministrazione pubblica (Sciortino, Pezzimenti, Cirrone, De Vuono e Flaccadori) hanno creato le condizioni per ottenere il nulla osta a ricongiungimenti famigliari, rinnovi di permessi di soggiorno a cittadini cinesi privi dei requisiti necessari, falsificando certificati , ma anche creando residenze e attività di lavoro fittizie.
Dalle intercettazioni telefoniche si è potuto appurare che il costo per ogni pratica variava dai 3mila euro per il rinnovo dei permessi di soggiorno, ai 9mila euro per un ricongiungimento familiare.