di Vittorio Zedda – – Il massiccio intervento bellico alleato, come è noto, ha segnato la conclusione del secondo conflitto mondiale. Per un verso, ci ha “liberato” da due noti “ismi”, massacrandoci con bombardamenti aerei che hanno fatto in Italia più di centomila vittime civili, e, per altro verso, ha impedito che l’Italia diventasse uno stato satellite dell’URSS e del suo “ismo” specifico . Nel giro di circa mezzo secolo, anche quest’ultimo“ismo” è imploso nell’URSS, senza bisogno di guerre di “liberazione”, coinvolgendo nella sua crisi i partiti politici europei ispirati alla stessa ideologia.
Tornando all’epilogo del conflitto mondiale, in Italia collaborò con gli alleati quella parte delle Forze Armate rimasta fedele al giuramento di fedeltà al re, unitamente alle formazioni partigiane, costituite sia da militari che dopo l’8 settembre 43, trovandosi nel nord –Italia, avevano rifiutato di combattere a favore della RSI, sia da formazioni di civili di varia estrazione politica . In ogni caso nel dopoguerra la politica della nuova Italia Repubblicana si mosse ancora tra “ismi” dominanti o “neonati”, che negli anni, come sopra detto, o si ridimensionarono, o si trasformarono o svanirono.
Il sorgere e il tramontare, non di rado rovinoso, degli “ismi”, per farla breve, ha finito per rendermeli tutti poco simpatici o credibili. E i nuovi che si sono andati profilando negli ultimi anni mi hanno indotto a prudenti e ponderate valutazioni, scevre da facili entusiasmi.
Il “sovranismo” ha fatto la sua comparsa nel panorama politico nostrano quasi immediatamente con la fine della “sovranità monetaria”, legata alla lira, sostituita a caro prezzo dall’euro. E’ quindi stato all’inizio una corrente di pensiero legata alla critica verso il nuovo assetto monetario, foriero di nuovi problemi di non facile soluzione, che agli occhi di vari noti economisti erano fonte di danni economici e sociali per l’Italia, e negavano quindi le aspettative e i presunti vantaggi che l’euro avrebbe dovuto portarci.
Col tempo il “sovranismo”, attingendo al principio costituzionale sancito nell’articolo 1, secondo il quale “la sovranità appartiene al popolo”, andò sviluppando una propria analisi politica e giuridica che non investì solo più le questioni monetarie, finanziarie ed economiche, ma affrontò il più vasto panorama delle incongruenze politiche, amministrative e giuridiche, interne e internazionali, che andavano palesandosi nei trattati e nelle politiche della UE, con ripercussioni assai serie sui problemi del lavoro, dell’occupazione, della partecipazione democratica. Il tutto aggravato dalle ricorrenti politiche di austerità della UE, che piegavano gli interessi e le condizioni di vita dei cittadini , a vantaggio di una “stabilità” della moneta , nuovo “dogma” inappellabile e intangibile , soprattutto caro alle realtà economiche più forti, ma letale per le più deboli.
Inoltre le politiche della UE, incapace di dare risposte accettabili e concordi alle nuove criticità legate all’immigrazione, al terrorismo e al trauma determinato dalla Brexit, diedero un segnale macroscopico della fragilità della presunta “Unione”. In buona sostanza, la costatata scarsa rilevanza della UE nel confronto con le grandi potenze mondiali ha reso evidente, almeno ad alcuni, che la “sovranità ridotta” imposta agli stati membri è diventata una “sovranità quasi nulla” dell’intera UE , a fronte di Cina, Russia e USA. Non era forse il caso di rivedere l’assetto globale della UE anche in rapporto ad uno specifico parametro di “sovranità” dell’Unione ?
Qui mi fermo per non ripetere l’analisi che ho condotto in altro e lungo articolo, di cui fornirò il link per chi fosse interessato a sorbirselo. Concludo evidenziando la solita critica-non critica di chi bolla il sovranismo come frutto di ignoranza. Dall’ottobre 2018 si trova nelle librerie un saggio indubbiamente interessante, scritto dal professor Paolo Becchi, ordinario di Filosofia del Diritto all’università di Genova, autore di numerose pubblicazioni, editorialista su un noto quotidiano e “blogger”. Il saggio, edito da Sperling & Kupfer,, ha il titolo provocatorio di “Italia Sovrana”, e sviluppa le sue argomentazioni storiche, giuridiche,politiche ed economiche in 170 pagine chare e leggibili. Può essere utile per una riflessione sull’ennesimo “ismo”, poco noto a tanti.
Il saggio è frutto di specifica competenza, non certo di “ignoranza”. Non è detto sia l'”ultima parola” sul tema: si incontra sempre qualcuno che ne sa di più o la pensa diversamente. In ogni caso è bene documentarsi e riflettere.
Vittorio Zedda
Il sovranismo è, secondo la definizione che ne dà l’enciclopedia Larousse, una dottrina politica che sostiene la preservazione o la ri-acquisizione della sovranità nazionale da parte di un popolo o di uno Stato, in contrapposizione alle istanze e alle politiche delle organizzazioni internazionali e sovranazionali.