“Porrò, assumendomene tutta la responsabilità politica, all’ordine del giorno del prossimo Cdm la mia proposta di revoca della nomina a sottosegretario del senatore Siri. Questo non comporta il fatto che io mi voglia ergere a giudice del caso, questo spetta ai magistrati, le mie sono valutazioni politiche, legate alle responsabilità che mi spettano quale massima autorità di governo e non vuol dire che Armando Siri sia colpevole per il fatto di corruzione per il quale è indagato. Siri è coinvolto solo in indagini preliminari e gli elementi sin qui emersi non giustificano che sia sottoposto a una gogna mediatica. Qui scatta il principio di civiltà giuridica, e invito tutti a evitare un processo mediatico sommario, anzi io sono vicino a lui e alla sua famiglia, a sua moglie e alla sua figlia 24enne”.
Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, leggendo ai giornalisti una nota stampa sul caso Siri, l’esponente delle Lega, sottosegretario ai Trasporti, indagato per presunta corruzione nell’ambito di un’inchiesta che vede coinvolti anche personaggi ritenuti vicini alla mafia.
“Ho incontrato Siri lunedì sera – ha detto Conte – ho avuto con lui un lungo colloquio nel corso del quale si è reso disponibile a fornire dettagli sulla vicenda che lo vede coinvolto. Siri ha fatto sapere che si dimetterà entro 15 giorni dopo che incontrerà i magistrati ma le dimissioni o si danno o non si danno. Siri farà un passo indietro in ragione dei fatti contestati, per l’accusa di corruzione, ancorché allo stato non risultino provati. Invito la Lega a comprendere che questa situazione non significhi condanna di un suo esponente e il M5s a non approfittare per cantare una vittoria politica.”Alla magistratura il compito di istruire e celebrare i processi e a trattatre questo caso con necessari equilibrio e cautele nel rispetto dei diritti della persone. Ai cittadini rivolgo l’appello a nutrire fiducia nella politica soprattutto se si assume in modo coerente e trasparente le proprie responsabilità”. (askanews)