Il papa mondialista – In vista delle elezioni europee del prossimo 26 maggio, il Santo Padre auspica che il Vecchio Continente non perda “la consapevolezza dei benefici apportati da questo cammino di avvicinamento e concordia tra i popoli intrapreso nel secondo dopoguerra“. “Lo Stato nazionale non può essere considerato come un assoluto, come un’isola rispetto al contesto circostante”, ha sottolineato il Pontefice.
“Nell’attuale situazione di globalizzazione non solo dell’economia ma anche degli scambi tecnologici e culturali, lo Stato nazionale – ha continuato – non è più in grado di procurare da solo il bene comune alle sue popolazioni. Il bene comune è diventato mondiale e le nazioni devono associarsi per il proprio beneficio. Quando un bene comune sopranazionale è chiaramente identificato, occorre un’apposita autorità legalmente e concordemente costituita capace di agevolare la sua attuazione”.
E le sfide che vorrebbe mettere sul campo spaziano dal cambiamento climatico alle “nuove schiavitù”. “Un visione cooperativa fra le Nazioni – ha infine concluso – può muovere la storia rilanciando il multilateralismo, opposto sia alle nuove spinte nazionalistiche, sia a una politica egemonica”.