In Spagna come in Italia. Per Massimo Cacciari il Movimento 5 Stelle è destinato a una fine rapida e molto dolorosa (per Luigi Di Maio, soprattutto). Ovvero, venire ridimensionati fino quasi a sparire. Il filosofo di riferimento di certa sinistra, intervistato da Repubblica, spiega il parallelo tra Psoe al 28% e Podemos a picco in terra iberica con quanto potrebbe accadere presto tra Pd e 5 Stelle in casa nostra.
“Per strane alchimie parlamentari i socialisti si sono ritrovati al governo negli ultimi mesi ed evidentemente non hanno dato cattiva prova di sé. È bastata una buona capacità amministrativa, la dimostrazione di un sano pragmatismo per provocare il vistoso calo dei consensi di Podemos. Una cosa del tutto ovvia, che diventerà realtà anche in Italia perché Podemos e 5 stelle si somigliano molto”. In altre parole, chi è bravo a protestare ma fallisce al governo avrà vita brevissima.
In fondo, spiega Cacciari, è pur sempre vero che nel Movimento 5 stelle c’è una componente largamente maggioritaria di elettori di sinistra e una piccola componente di destra che in Spagna ha gonfiato il voto a Vox, così come da noi farà crescere Salvini”. I delusi dai grillini di governo in teoria dovrebbero quindi tornare all’ovile o affidarsi per la prima volta al Pd targato Zingaretti. E qui toccherà al neo-segretario.
Il Pd, suggerisce Cacciari, “deve imparare a non essere un partito moderato” e Zingaretti dovrà “organizzare una forza che dia rappresentanza a quella moltitudine di persone abbagliate dal fenomeno dei 5 stelle. Parlo di un’impresa gigante. Perché quel tipo di fenomeno va organizzato e metabolizzato”. E digerito dal resto degli italiani: auguri.