I medici stranieri residenti in Italia ai quali è offerto un “impiego di collaborazione in strutture sanitarie private, sono in molti casi sottopagati rispetto al contratto vigente o pagati in ritardo”. Lo afferma all’ANSA il presidente dell’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) Foad Aodi, rendendo noto che “circa 70 medici si sono rivolti all’Amsi dal gennaio 2019 segnalando situazioni di lavoro sottopagato”. La paga oraria “arriva pure a 7 euro – afferma – contro un minimo di 18 da contratto”.
“Oltre alla settantina di medici che hanno denunciato tale situazione di stipendi inferiori alla norma – afferma Aodi – un’analoga denuncia ci è giunta anche da oltre 50 infermieri di origine straniera in Italia”. “Tra le motivazioni addotte dalle strutture private – spiega Aodi – c’è la situazione di crisi per cui le strutture affermano di non poter corrispondere una paga come da contratto sindacale. Addirittura, alcuni medici vengono pagati 7 euro l’ora e gli infermiera 5 euro l’ora. In altri casi – rileva – nel caso di cambiamento di proprietà, la nuova proprietà scarica su quella precedente la questione, oppure si lega il pagamento al versamento delle assicurazioni”. Ma “tante volte – denuncia – si adducono anche giustificazioni assurde chiamando in causa il tema delle ‘guerre tra poveri’ tra colleghi italiani e di origine straniera”.
In base al contratto Cimop per il settore della Sanità privata, invece, la paga oraria per i medici dipendenti varia da un minimo di 18,36 euro lordi ad un massimo di 30,81 euro. Per tutte queste ragioni, sottolinea il presidente Amsi, “rispetto al totale di 3mila richieste in un anno di medici stranieri giunte all’Amsi da parte delle Regioni italiane, solo il 20-25% è andato in porto con un’assunzioni. Una percentuale bassa dovuta appunto all’offerta di stipendi più bassi o ruoli sottopagati, ma anche al fatto che molti medici stranieri in Italia non accettano la proposta di lavoro perchè i contratti sono nella maggioranza dei casi a tempo determinato per brevi periodi e diventa difficile cambiare città e residenza per un impiego magari di 6 o 8 mesi”. “Il fenomeno del lavoro medico sottopagato – conclude Aodi, anche consigliere dell’Ordine dei medici di Roma – è un fenomeno che va combattuto, perché offende la dignità della persona e dei lavoratori”. ANSA SALUTE