Nel 2015, ai tempi in cui era presidente del Consiglio, Matteo Renzi si recò in visita in Arabia Saudita. Una trasferta dalla quale, secondo diverse ricostruzioni giornalistiche di quasi quattro anni fa, tornò con un lussuoso carico di regali, tra cui Rolex, destinati alla delegazione al seguito dell’ex segretario del Pd, che secondo il Fatto Quotidiano ricevette personalmente una scultura. I Rolexe gli altri doni furono restituiti da delegazione e uomini della scorta solo dopo le dimissioni di Renzi da premier a fine 2016.
IL 25 APRILE DI RENZI IN ARABIA SAUDITA – – Il legame tra Renzi e Arabia Saudita esiste ancora. Almeno secondo quanto racconta la Verità, che in apertura di giornale di lunedì 29 aprile racconta come lo scorso 25 aprile Matteo Renzi si sia recato proprio a Ryad, molto probabilmente per uno degli “speech” che sta dando da qualche tempo in giro per il mondo. Secondo quanto racconta la Verità, Renzi sarebbe partito per l’Arabia Saudita il 24 aprile insieme alla scorta. “Il 24 aprile Renzi e la sua scorta a spese dei contribuenti sono saliti, a quanto ci ha riferito un testimone, su un volo Firenze-Francoforte-Riad e hanno fatto ritorno a Roma Fiumicino il 26 aprile“, scrive il quotidiano di Belpietro, che cita la testimonianza dell’ex presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, che avrebbe incontrato Renzi al gate prima del volo di ritorno e ha raccontato alla Verità: “Gli ho chiesto che cosa avesse fatto in Arabia e mi ha detto che era lì per uno speech”.
LA SCORTA DI RENZI? DELL’INTELLIGENCE. E IN BUSINESS CLASS – – Il viaggio di Renzi sarebbe costato diverse migliaia di euro, secondo la Verità, che sostiene che l’ex prermier abbia viaggiato su voli Lufthansa e Saudia insieme alla scorta e quantifica in 8mila euro la spesa per un recente viaggio a Dubai per un’altra conferenza, che Renzi avrebbe fatto in business class insieme ai due uomini della sua scorta. La particolarità, sottolinea la Verità, è che gli uomini della scorta non fanno parte della polizia ma dei servizi segreti, con la spese che sarebbero state dunque a carico dell’Aisi. La scorta di Renzi non farebbe dunque riferimento al Viminale ma all’intelligence.
IL RAPPORTO CON IL QATAR E LA SCELTA DI GENTILONI DEL BROOKINGS INSTITUTION
La Verità fa una lettura dei rapporti internazionali di Renzi, sottolineando come il suo “centro operativo” di Firenze si trovi al Four Seasons, proprietà dell’emiro del Qatar, paese con il quale il governo Renzi approfondì molto i legami, traccia poi proseguita dall’attuale esecutivo con i viaggi di Salvini prima e Conte poi. Ma Renzi si sarebbe riavvicinato ai sauditi dopo essere stato escluso, a vantaggio di Gentiloni, dalla corsa per un ruolo da fellow alla Brookings Institution, importante think tank statunitense espressione dell’establishment obamiano, pur non essendo allineato ai democratici, che riceverebbe lauti finanziamenti proprio dal Qatar.
IL RUOLO DI CARRAI – – L’Arabia Saudita e il Qatar sono due fronti opposti all’interno dello scenario del Golfo. Lo sciita Qatar è considerato troppo morbido sull’Iran, e Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti lo hanno inserito nella lista dei nemici da parecchi mesi. Arabia che invece figura nella lista degli alleati degli Usa ma che di recente è anche protagonista di uno storico disgelo con Israele in funzione anti Iran, grande nemico comune di Tel Aviv e Ryad. Non a caso, ricorda la Verità, il grande amico di Renzi Marco Carrai è da poco il console d’Israele a Firenze. Ecco lo scenario del viaggio saudita dell’ex premier, proprio pochi giorni dopo le 37 esecuzioni del regime di bib Salman di presunti terroristi.
Dall’Arabia Saudita Renzi attacca la Lega “Basta con chi vuole bloccare il Paese”