La missione del Brunei presso l’Ue ha scritto, otto giorni fa, una lettera ai parlamentari europei per difendere la sua legge contro i gay e gli adulteri. Il codice penale entrato in vigore da poco nel sultanato e basato sulla Sharia prevede infatti la lapidazione a morte contro omosessuali e fedifraghi e l’amputazione di arti per i ladri, siano essi adulti o bambini.
Nelle missiva il sultanato prova a spiegare che la criminalizzazione dell’omosessualità e dell’adulterio è stata introdotta per “la santità dei lignaggi familiari e del matrimonio“. Le pene, prosegue la lettera non saranno applicato a chi non è musulmano e “la più dura delle punizioni, vale a dire la lapidazioni, sarà applicata raramente perchè servono due forti testimonianze per l’incriminazione”.
Una giustificazione quantomeno bizzarra che non sembra aver convinto l’Eurocamera. I parlamentari europei hanno infatti sollecitato le autorità del Brunei a revocare immediatamente il codice penale e ad attenersi al diritto internazionale. (ANSA)