Un muro di mattoni ha impedito l’accesso alla chiesa di Santa Maria della Scala dei padri gesuiti a quanti, ieri notte a Messina, andavano a visitare i sepolcri. Una provocazione quella ideata da padre Felice Scalia, che guida la chiesa, in occasione del giovedì santo per richiamare i fedeli ai temi dell’accoglienza e dell’ospitalità.
Per entrare – scrive Meridionews – si doveva percorrere un sentiero illuminato da tante candele che faceva accedere in chiesa da una porta laterale. Lungo il tragitto dei cartelli che chiedevano al visitatore: «Chi cercate?», «Ero straniero, mi hai accolto?». Una volta all’interno della chiesa i fedeli hanno trovato delle foto accompagnate dalla didascalia «muro di razzismo» e due giovani migranti che hanno distribuito del pane.
«Siete stati accolti da chi noi non abbiamo accolto», ha precisato padre Scalia «e il muro è la provocazione per riflettere sull’accoglienza e l’ospitalità che noi offriamo agli altri». Un gesto forte e simbolico con un muro di mattoni, alto, spesso, possente a impedire l’accesso per suscitare una domanda: «Sappiamo demolire muri separatori tra noi, posti come barriere con gli altri, in famiglia, nella società?».