Ora è la Grecia a presentare il conto alla Germania: “Paghi i debiti di guerra”. La settimana scorsa, il governo aveva dovuto cedere alle pressioni dei creditori dell’Eurozona, tedeschi in testa, decretando lo stop alla legge che per anni ha consentito alle fasce più povere del Paese di non vedersi confiscare la casa dalle banche. La “vendetta”, se cosi’ si puo’ definire, è arrivata ieri sera: il Parlamento greco ha dato il via libera alla richiesta di risarcimenti nei confronti della Germania per i danni subiti a causa dell’occupazione nazista durante la Seconda guerra mondiale. Tra i pochi contrari, i neo-nazisti di Alba Dorata.
“Rivendicare i debiti di guerra dalla Germania è un dovere storico ed etico per la Grecia”, ha detto il primo ministro ellenico Alexis Tsipras, spiegando che la richiesta di risarcimenti sarà spedita nei prossimi giorni a Berino e includerà, tra le altre cose, le riparazioni per la distruzione materiale e lo smantellamento delle capacità produttive del Paese, i risarcimenti per i parenti delle vittime e il recupero dei tesori archeologici rubati e del prestito forzoso del 1942 (imposto dai nazisti all’allora governo greco). Secondo l’ultima stima ufficiale di Atene, l’ammontare dei risarcimenti si aggirerebbe intorno ai 270 miliardi di euro.
Non è la prima volta che tale questione sale alla ribalta in Grecia: diversi governi in passato avevano provato a battere i pugni con la Germania per recuperare parte dei danni subiti durante la guerra. Ma Berlino si è sempre opposta alle richieste di Atene, sostenendo che la questione sia stata chiusa definitivamente nel 1960 nell’ambito di un accordo con diversi Paesi europei. Una posizione ribadita dal portavoce della cancelliera Angela Merkel: “La questione delle riparazioni tedesche è stata definitivamente risolta, sia giuridicamente che politicamente – ha detto – I tedeschi sono consapevoli della loro responsabilità storica”.
Di diverso avviso Tsipras, per il quale il capitolo delle riparazioni è ancora aperto: ” Si tratta di un passo essenziale per essere in grado di costruire un futuro migliore nelle nostre relazioni con la Germania”, ha spiegato, aggiungendo che “il nazionalismo e il razzismo minacciano di riportare l’Europa nel buio dell’odio e mettono in pericolo le grandi conquiste degli ultimi 70 anni. Non dobbiamo permetterglielo“.