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Quello che ci rattrista oggi è che la gloriosa Arma dei carabinieri, presidio di libertà e democrazia la nostra del nostro Paese da più di due secoli, batte in ritirata. Il generale Nistri, infatti, ha annunciato che l’Arma si costituirà parte civile nei confronti dei militari – probabilmente colpevoli anche se ancora sub judice – del caso Cucchi.
Ritengo che in Italia la responsabilità penale sia personale e coinvolgere l’onorabilità e la forza di questo straordinario presidio di vita comune sia molto pericoloso. E ritengo pure che siano comprensibili le critiche dei rappresentanti dell’Arma che rischiano di ritrovarsi di fronte a una condizione di totale demotivazione.
Quanto alla famiglia Cucchi, spero che la signora Ilaria segue l’esempio del generale Nistri e si scusi con tutte quelle famiglie alle quali il fratello ha spacciato droga. Credo poi che la scelta estrema di costituirsi parte civile, dovrebbe essere anticipata o seguita da una decisione altrettanto radicale: le dimissioni dell’ufficiale più alto in carica.
Infine, il prof Meluzzi dedica l’inno dell’Arma a tutti Carabinieri italiani dicendo: “viva i carabinieri, viva l’Italia!“