Il killer di Stefano era libero “per mancanza di personale”. Bonafede invia gli ispettori

“Se e quando verrà un ispettore” del Ministero della Giustizia “venga a vedere in che condizioni siamo: non possiamo farcela da soli, il sistema è malato e bisogna impegnarsi tutti a migliorarlo”. Lo ha detto in una conferenza stampa il presidente della Corte di Appello di Torino, Edoardo Barrelli Innocenti, sul caso dell’assassino reo confesso di Stefano Leo, Said Mechaquat, che avrebbe dovuto essere in carcere il giorno in cui ha ucciso Stefano. Per questo il ministero della Giustizia invierà presto gli ispettori per verificare cosa è accaduto, come ha spiegato il ministro della Gisutzia Alfonso Bonafede.

“Siamo qui prima ancora che magistrati e giornalisti come esseri umani e credetemi che in questo momento il mio pensiero va ai parenti della vittima, nei cui confronti sento di dover partecipare al dolore e al cordoglio per quello che è avvenuto.

Ho un figlio anche io, fosse successa una cosa del genere anche io sarei mortificato”, ha detto commosso il giudice Barrelli, dando la colpa per l’accaduto alla carenza di personale in Tribunale: “A proposito della cancelleria della II Sezione, per vari motivi c’era una situazione già più pesante che nelle altre, sono stati spostati dei cancellieri e dei funzionari, ma quella era una Sezione che aveva un funzionamento massimo, potevano arrivare a 100 sentenze al mese. Ma quando c’è stato un impulso a produrre di più, nei procedimenti penali, e siamo arrivati a 200, una cosa è riversare su una Cancelleria di 7-8 persone, si riversa una mole di lavoro raddoppiata”.

“Capisco che è difficile, però quando si scrive ‘è tutta colpa della magistratura’… prendetevela con noi, sono qui a metterci la faccia, ma andate a scavare, a guardare cosa c’è dietro, guardiamo perchè. È solo colpa nostra? Noi ce la mettiamo tutta, ma queste cose non devono succedere: per quanto ci riguarda noi ce la metteremo tutta perchè cose del genere non capitino più”, ha concluso.  (askanews)