“Davanti ai famigliari” di Pamela Mastropietro, Innocent Oseghale, imputato davanti alla Corte di Assise di Macerata con l’accusa di aver ucciso e fatto a pezzi la ragazza, ha voluto affermare che “non ha ucciso Pamela”. Oseghale, oggi in aula, con la traduzione di un’interprete, ha rilasciato dichiarazioni spontanee dando la sua versione del giorno in cui è morta Pamela. Pamela è morta a casa mia, ma io non l’ho uccisa, ha detto Oseghale.
“Visto che il corpo non entrava in valigia ho deciso di farla a pezzi” ha ricostruito l’imputato, raccontando che di fronte allo stato in cui era Pamela, che non respirava più, iniziò a spaventarsi, era in stato confusionale, cercava di far rinvenire senza alcun risultato la ragazza scuotendola. “Ho pensato di uscire, di andare al negozio cinese, comprare una valigia, ma vidi che non entrava nella valigia”, ha raccontato aggiungendo che la sua compagna nel frattempo lo chiamava ripetutamente al telefono e così iniziò ad agitarsi. “Visto che il corpo non entrava in valigia ho deciso di farla a pezzi”, ha detto. “Voglio pagare per il crimine commesso ma non per quello che non ho fatto” ha ribadito Oseghale.
Potrebbe essere svolta una nuova perizia su alcuni vetrini per maggiori accertamenti sulla vitalità delle ferite sul corpo di Pamela, in particolare le due lesioni al fegato che secondo l’accusa sono frutto delle coltellate inferte alla ragazza da viva mentre per la difesa non vi è certezza che siano appunto vitali. La richiesta è stata avanzata dalla difesa di Oseghale.
La Corte si è riservata e scioglierà la riserva il 24 aprile, quando è fissata la prossima udienza. Se la richiesta di nuova perizia fosse respinta si procederà con le udienze dell’8 maggio, del 15 maggio e del 29 maggio. “Noi siamo tranquillissimi, non ci siamo opposti e ci siamo rimessi alla decisione della Corte – ha commentato il legale della famiglia di Pamela, Marco Valerio Verni – per noi è stata raggiunta la prova che Pamela sia morta per le coltellate e non per overdose tanto che questa perizia è solo sui vetrini relativi alla vitalità delle ferite”. ADNKRONOS