Abbiamo capito perché papa Francesco, quando si esprime sull’attualità politica, usa un linguaggio che piace a sinistra ma sconcerta molti (si pensi all’uso di un termine come “populismo” con accezione invariabilmente negativa e spesso accostato al nazismo): per informarsi legge L’Espresso! Lo ha rivelato lui stesso domenica sera, sull’ aereo che lo riportava da Rabat a Roma.
A una giornalista che ne sollecitava un giudizio sulla dichiarazione di un ministro, papa Bergoglio ha risposto: «Davvero, io di politica italiana non ne capisco. Non capisco. Avevo letto sull’ Espresso qualcosa di un “Family day”. Non so cosa sia, so che è uno dei tanti “day” che si fanno…». Di certo il settimanale diretto da Marco Damilano non è la fonte più indicata per farsi del Congresso mondiale delle famiglie (il “day” di cui sopra) un’ idea equilibrata…
Anche nell’esortazione apostolica Christus vivit, resa pubblica ieri mattina, non manca un richiamo, anche se meno improprio (nessun riferimento al “populismo”), all’ uso politico della xenofobia. Nel documento, che fa seguito al Sinodo dei giovani celebrato in Vaticano lo scorso ottobre, Francesco sottolinea che «in alcuni Paesi di arrivo, i fenomeni migratori suscitano allarme e paure, spesso fomentate e sfruttate a fini politici. Si diffonde così una mentalità xenofoba, di chiusura e di ripiegamento su sé stessi, a cui occorre reagire con decisione».
Ma il passaggio si accompagna a notazioni sulle «aspettative irrealistiche» nutrite da molti migranti «attirati dalla cultura occidentale»; sullo sfruttamento dell’ immigrazione da parte di «trafficanti senza scrupolo, spesso legati ai cartelli della droga e delle armi»; sui danni per «le comunità di origine (dei migranti, ndr.), che perdono gli elementi più vigorosi e intraprendenti». Al tema comunque vengono dedicati quattro dei 299 paragrafi del documento, che ha la forma di una lettera «ai giovani e a tutto il popolo di Dio». […] www.liberoquotidiano.it
di Alessandro Giorgiutti