Marocco, Bergoglio ai cristiani: cooperazione con i fratelli musulmani

Il Papa, incontrando la piccola comunità cristiana nella cattedrale di Rabat, si appella all”ecumenismo della carità’: “Che la vostra carità si faccia sempre attiva e sia così una via di comunione tra i cristiani di tutte le confessioni presenti in Marocco: l’ecumenismo della carità. Che possa essere anche una via di dialogo e di cooperazione con i nostri fratelli e sorelle musulmani e con tutte le persone di buona volontà”.

“È la carità, – spiega Francesco- specialmente verso i più deboli, la migliore opportunità che abbiamo per continuare a lavorare in favore di una cultura dell’incontro. Che essa infine sia quella via che permette alle persone ferite, provate, escluse di riconoscersi membri dell’unica famiglia umana, nel segno della fraternità.”.

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Il Papa, celebrando la messa nel complesso sportivo ‘Principe Abdullah’ di Rabat – ultimo atto della breve visita in Marocco, indica “la più grande eredità e ricchezza” per un cristiano. “Sicuramente – dice il Papa – sono tante le circostanze che possono alimentare la divisione e il conflitto; sono innegabili le situazioni che possono condurci a scontrarci e a dividerci. Non possiamo negarlo. Ci minaccia sempre la tentazione di credere nell’odio e nella vendetta come forme legittime per ottenere giustizia in modo rapido ed efficace. Però l’esperienza ci dice che l’odio, la divisione e la vendetta non fanno che uccidere l’anima della nostra gente, avvelenare la speranza dei nostri figli, distruggere e portare via tutto quello che amiamo”.

Il Papa invita ad andare oltre le miopi logiche divisive: “Invece di misurarci o classificarci in base ad una condizione morale, sociale, etnica o religiosa, – osserva Bergoglio nella messa nel complesso sportivo di Rabat in Marocco – possiamo riconoscere che esiste un’altra condizione che nessuno potrà cancellare né annientare dal momento che è puro dono: la condizione di figli amati, attesi e festeggiati dal Padre. ‘Tutto ciò che è mio è tuo’, anche la mia capacità di compassione, ci dice il Padre. Non cadiamo nella tentazione di ridurre la nostra appartenenza di figli a una questione di leggi e proibizioni, di doveri e di adempimenti. La nostra appartenenza e la nostra missione non nasceranno da volontarismi, legalismi, relativismi o integrismi, ma da persone credenti che imploreranno ogni giorno con umiltà e costanza: ‘venga il tuo Regno'”.  (AdnKronos)