Commissione Banche e Hard Brexit: ITALEXIT sempre piu’ vicina

di Gianmarco Landi

Negli ultimissimi giorni si sono sviluppati  alcuni passaggi fondamentali che hanno tracciato un terreno molto favorevole per l’ITALEXIT, un viatico necessario per il disfacimento del Governo Unico Globale esercitato dalle elite.

I media hanno cercato di dare queste notizie con la solita disonestà tentando di distorcere  il loro significato al fine di limitare la consapevolezza pubblica di questi accadimenti, ma gli osservatori più intelligenti sicuramente scorgeranno il  sentiero su cui, nei prossimi 3 massimo 4 anni, il Governo italiano potrà chiudere questa odissea della globalizzazione e concretamente perseguire il ritorno ad Itaca, verso una dimensione politica di sovranità nazionale più forte, assimilabile ad un’epoca antecedente gli scellerati patti di Maastricht.

Mi piace far partire questa mia riflessione ricordando  il  “Cultural Influence Ranking 2019” stilata da United State News & World Report (https://www.usnews.com/news/best-countries/influence-rankings), cioè la  classifica dei Paesi che in forza della loro cultura e identità influenzano il Mondo. Il primo posto in senso assoluto vede da sempre appaiata l’Italia, una Nazione assolutamente debole sul piano geopolitico e anche sopraffatta  e sfruttata in senso economico da alcune altre, ma la cui comunità è tuttora un enorme gigante buono sornionamente seduto in seno a quella assise occidentale che predomina in tutto il Mondo.

La statistica mondiale che ho citato è significativa perché profila il nostro Paese in cima alla graduatoria delle genti in grado di esercitare la maggior influenza in termini di cultura e comportamenti, e questo ci deve rendere consapevoli della forza di tutto quello che facciamo o potremmo fare, ancorché siamo solo 60 milioni di persone in un lembo di terra molto piccolo rispetto alla grandezza dell’Umanità e della Terra.

Le tracce della nostra forza sono indiscutibili e piantate nella ricchezza storica  delle nostre significative radici, le più robuste e vitali che un popolo civile possa vantare nella Storia della Civiltà, tanto da costituire oltre il 65% dell’intero Patrimonio Culturale dell’Umanità riconosciuto dall’UNESCO. Il tentativo di sminuirle, banalizzarle, sradicarle e cancellarle, così come hanno tentato di fare gli attori del Nuovo Ordine Mondiale strumentalizzando le Sinistre a loro asservite, è destinato a fallire.

Le élite hanno corrotto i Democratici  arrivando a promuovere finanche l’isteria di distruggere le statue di Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci a New York e Los Angeles, e non fosse altro che per questo piccolo motivo, il Popolo italiano dovrà ricordarsene a imperitura memoria. Queste radici italiane, le radici dell’Occidente,  hanno in sé stesse tutta l’energia vitale di saper riverberare la Divina Provvidenza ispirando espressioni indipendenti e carismatiche, anche nell’emulazione in qualche parte del Mondo di ciò che un qualche italiano ha saputo fare giustappunto perché italiano. Ed infatti, solo ad esempio,   il modello Trump del miliardario brillante che chiede al popolo i voti e li ottiene in spregio ai vincoli e alle ostilità delle elite economiche e intellettuali, ha un archetipo la cui espressione ispiratrice trae proprio da quel Silvio Berlusconi, un unicum assoluto prima dell’avvento di Trump. Lo stesso Presidente Usa disse nel corso delle primarie in cui sbaragliò i professionisti della politica, di essersi ispirato a Berlusconi e a quando il Cavaliere  irruppe vittorioso il 27 marzo del 1994 scassando i piani della Trilateral, peraltro nel corso della radiosa epoca di Bill Clinton e Tony Blair,  cioè quando George Soros aveva poco più di 50  anni e faceva letteralmente il bello e cattivo tempo.

Per queste ragioni non è spropositato considerare di valenze equipollenti la pesantissima sconfitta dei Democratici sul  Russiagate, l’Hard Brexit e la Commissione di inchiesta sulle Banche in Italia, perché l’Italia è una Nazione molto importante e la messa sotto scacco del Mondo della Finanza oscura deve partite da Noi italiani, che la finanza l’abbiamo inventata nel Medioevo, tra Genova, Venezia e soprattutto Firenze, e noi che l’abbiamo patita più di tutti negli ultimi 26 anni.  Vediamo qui questi due avvenimenti e il modo in cui essi si intrecciano concettualmente  con la portentosa vittoria politica di Trump rispetto ad un nuovo scandalo Watergate urlato dai media ma mai neanche esistito, per nostra grande fortuna.

La Piattaforma parlamentare di Governo gialloverde ha fatto una grandissima cosa con questa Commissione d’Inchiesta, un po’ sottaciuta in verità, ottenendo il via  libera definitivo il febbraio scorso, e pressoché unanime della Camera all’istituzione di questa inchiesta sul sistema bancario e finanziario,  piccolo segno che anche nel PD,  sebbene esso sia  stato per 6 anni la prima fucina dei camerieri mitteleuropei, stiano maturando posizioni nuove nel senso di rivendicare un qualche  ritorno  alla centralità della politica italiana. La Commissione è composta da venti senatori e venti deputati che potranno indagare, con gli stessi poteri e limitazioni dell’autorità giudiziaria, su cosa sia accaduto nel Sistema bancario negli ultimi anni. Lo strumento di per sé è potentissimo, perché può indagare e praticamente far processare chiunque abbia commesso reati  nell’alveo delle peripezie occorse nelle banche e nel mondo della finanza, a cominciare dal Governatori della BCE o di Bankitalia.

Ieri il Presidente della Repubblica ha dovuto malvolentieri firmare la Legge istitutiva, non potendo fare altrimenti,   cercando di porre una serie di paletti su cui i media hanno tanto echeggiato pomposamente, ma che a ben conoscere le materie non valgono assolutamente nulla. Fa tenerezza il tentativo di rassicurare Visco, Draghi e i loro affratellati di tutta Italia ed Europa, da parte del Presidente Mattarella, il quale a  porsi in veste di loro garante fa molto male secondo me, perché su questi temi anche il Presidente della Repubblica non ha alcun potere di interdizione,  trattandosi di materie in cui le verità scomode divengono  oggettive se chi indaga intende farlo e sa farlo. Queste verità si basano su numeri e procedure tecniche, difficilissime da comprendere ma molto facili da spiegare alla gente quando si sono comprese.  Perciò se Visco e Draghi hanno espresso forti timori, come recitano alcune ricostruzioni giornalistiche, ne hanno  buonissimi motivi.  Anche se è certamente vero che la vigilanza e le attività del credito sono indipendenti dal Governo, osservo che nella Commissione non interviene nessun membro del Governo, bensì il Parlamento. Poi, l’oggetto dell’inchiesta è ovviamente quello che è stato fatto, non quello su cui si vigilerà in futuro!  Quindi cosa significano i paletti del Presidente? Nulla, poiché i problemi reali sono su ciò che è stato già vigilato, e che sprigiona effetti anche oggi! Facciamo attenzione:

tutte le Banche italiane, ivi compresa Banca d’Italia governata ora da Visco e prima di lui da Draghi, peraltro con formale, anche se non sostanziale, nomina da parte del Governo, sono sottoposte all’Organo Sovrano della Repubblica, cioè il Parlamento.  Le Camere riunitesi in una espressione bicamerale e agendo in  conformità alle Leggi possono disporre un’inchiesta per accertare dei fatti finanche avendo il potere di produrre un accompagnamento coattivo nei confronti di chiunque  e ovunque egli sia,   profilando quindi i termini per una condanna pesantissima nei confronti di chi non avesse rispettato l’Ordinamento italiano. Perciò qualora Visco e Draghi da governatori di Banca d’Italia non avessero rispettato le Leggi o coperto con omessa vigilanza prassi delinquenziali, come io qui posso congetturare in una mera ipotesi, la istituenda Procura della Repubblica con fine giudiziario  in seno alla Commissione d’Inchiesta Parlamentare, potrebbe inguaiarli pesantemente.  Per Draghi e Visco  e non solo loro, non ci sarebbe nessuna BCE o Banca d’Italia indipendenti in grado di disconoscere un accertamento parlamentare di fatti qualora costituissero gravi reati, come non esiste nessuna BCE, UE, l’ONU e tanto meno SAVE THE CHILDREN che potrebbe tentare il salvataggio di un malfattore  catturato dalle spire della Sovranità dell’Ordinamento dello Stato italiano,  a cui tutti i cittadini italiani sono sottoposti.  Limitatamente all’oggetto delle indagini di sua competenza, infatti, alla Commissione bicamerale non potrà essere opposto il segreto d’ufficio né il segreto professionale o quello bancario, e la Commissione sarà tenuta a presentare annualmente alle Camere una relazione pubblica sull’attività e sui risultati dell’inchiesta, nonché eventuali proposte di modifica al quadro normativo sulle materie oggetto delle indagini. Il  Parlamento potrà poi trasferire prima di tutto al Governo e poi a tutti i gangli della Repubblica, ivi compreso quello della Magistratura, un qualcosa  da farsi che sarà sortito dall’accertamento dei fatti e da un certo dibattito democratico a cui tutti noi potremo partecipare.

E’ la Democrazia, bellezze…

Ancora più importante ed efficace della Democrazia e del Sovranismo italiano per ribaltare lo status quo dell’Establishment, è l’hard Brexit, una vicenda che i Media  hanno raccontato in maniera totalmente distorta, falsa, tendenziosa e sciocca. Quanto è accaduto, cioè una sempre più probabile uscita del Regno Unito dalla Unione Europea senza nessun accordo,  non è solo un siluro punitivo dritto alle gambe di Theresa May,  che aveva provato a rifilare una falsa Brexit, e che perciò era entrata in forte conflitto con molti esponenti del suo Partito e soprattutto con Donald Trump.   Quanto accaduto, con la terza bocciatura della May,  è un violentissimo siluro al bastimento UE. I Mitteleuropei si confermano anche in questa occasione come i più  stupidi  dell’Occidente, e ritengo che anche questa volta saranno puniti dal verificarsi di un ricorso della Storia. Vi spiego di seguito il perché.

E’ vero, quando  il Regno Unito uscirà ufficialmente dall’unione doganale senza un’intesa, l’UE imporrà dei dazi sui prodotti britannici, come fa per tutti gli altri paesi non della UE, e  il costo salirà per i compratori UE.  Questa situazione porterebbe a un calo delle vendite di prodotti inglesi, quindi ad un danno al Pil del Regno Unito. In effetti l’impatto negativo ci sarà sui gruppi esportatori britannici anche se a ben guardare qualcosa di negativo ci sarebbe  pure sui consumatori Ue, e non è che Merkel e Macron siano in condizioni politiche per chiedere a tedeschi, francesi e a tutti gli europei, che già non li sopportano,  un altro tributo di lacrime per la necessità di fare una guerra santa a Londra. Dall’altro lato, invece, siccome l’UK non dovrà più sottostare alle regolamentazioni UE del manifatturiero, molte delle quali un bel po’ stupide, il settore britannico potrà approfittare per allestire comparti manifatturieri a catene di produzione a costi più bassi e  ciò assicurerebbe risultati migliori nei paesi non della UE. Non è un caso, infatti,  se Bolton, l’uomo di Trump al commercio,  ha  già affermato che gli USA sono a braccia apertissime verso i britannici per firmare degli accordi bilaterali e maturare proficui benefici dal divorzio della ex Madrepatria dal blocco UE.

Ed ancora  sulla minaccia dei maggiori gruppi finanziari ventilata dalle varie lady Bilderberg della televisione o della carta stampata che non sanno quello di cui parlano, cioè  sulla possibilità che le banche dei Rothschild, dei Rockfeller, degli Warburg  e di altre potenti famiglie dovrebbero trasferirsi a Francoforte, Parigi, Lussemburgo o Dublino, lasciando per sempre Londra, io mi metto a ridere a crepapelle! A  parte che ciò non significherebbe la fine per l’hub finanziario della City, evidenzio che è difficile da credere, perchè la City ha agganci con mani e piedi e meglio di qualsiasi altra piazza UE a Singapore, Hong Kong, New York e Dubai (le altre 4 piazze più importanti della finanza mondiale insieme a Londra) quindi anche questa è una minaccia con la scacciacani.

A maggior rinforzo di quanto scrivo, sottolineo come il professore Barron del Mises Institute, illustre esponente delle teorie economiche della Scuola austriaca (Von Mises è stato il precursore di Von Hayek nella Scuola Austriaca) ha spiegato che  anche qualora i tecnocrati della Ue imponessero delle tasse speciali o dei divieti agli Stati membri UE di operare in Inghilterra proibendo di adottare società con sede a Londra, sarebbe molto improbabile che la City possa essere minimamente colpita dalla hard Brexit, ma in tale evenienza di guerra commerciale e finanziaria, è lecito porsi una domanda banale che per me ha già la risposta:

se anche l’Asse franco tedesco, già debole internamente per carenza di consenso popolare e per la posizione politica del Governo Italiano bellamente ostile, provasse effettivamente a giocare all’incularello commerciale e finanziario mirando alle chiappe britanniche, cosa potrebbe accadere agli equilibri del giuoco qualora intendessero intervenire anche gli Stati Uniti con Donald Trump, un uomo molto poco timido e semza remore da intellettuale se si trattasse di tirarsi giù le mutande e mostrare a tutti, prima che il gioco inizi,  chi è che ce l’ha più lungo e può fare più male agli altri? Fuor di metafora: se la Germania e la Francia procedessero verso un’aggressione commerciale e finanziaria al Regno Unito, cosa farebbe  un attimo dopo l’aggressione degli inglesi,   Mr. America First, che si ritrova il busto di Winston Churchill in evidenza nella Sala Ovale che lo guarda ogni mattina, e gli ricorda il passaggio dello scettro nel Mondo intercorso alla fine della II° Guerra Mondiale tra Regno Unito e Stati Uniti?

Non è difficile comprendere cosa possa accadere e chi debba vincere questo campionato, iniziando o meno stupide guerre sui dazi. Trump è appena uscito dalla vittoria del Russiagate,  ha quasi due anni di presidenza davanti in cui può fare il dominus sulle materie commerciali, finanziarie e di politica estera, avendo la maggioranza del Senato dalla sua parte, e si vuole ricandidare con tanto di pronostico tutto dalla sua parte !  Per me è assolutamente ovvio che l’hard Brexit sarebbe proprio  lo scenario  migliore per Donald Trump, ansioso di scagliarsi come una furia sulla Germania per spaccare in 4 la bilancia commerciale tedesca punitiva degli Stati Uniti.

L’hard Brexit, quindi, per il Regno Unito sarà molto positiva, perché Londra azzererà tutti i dazi e stringerà patti di libero commercio bilaterali  con il resto del Mondo, e così Il Regno Unito dovrebbe lastricare la strada per l’uscita dalla UE di altri, a cominciare dagli italiani, un popolo di mercanti e navigatori nel DNA, esattamente come il popolo, anche se un po’ più prudente e calcolatore.

In conclusione, l’Italia ancorché gravata dal problema della non sovranità monetaria che non consente le agilità di Londra forte invece della propria Sterlina, l’aver affilato le armi della democrazia a monito e avvertimento di tutti gli artefici del disastro economico italiano negli ultimi 26 anni,  potrebbe prepararsi con grande comodo e proverbiale prudenza contadina al necessario da farsi. Dopo aver soppesato cosa succederà effettivamente a Londra, e dopo aver apprezzato chi sarà il vincitore delle prossime presidenziali americane, tra due anni, dovrebbe prospettarsi concretamente  un hard ITALEXIT con la sponda di Usa, Regno Unito, Russia e Cina.

In fatto di  schierarci con chi è destinato a vincere, come è nostro costume, cultura e intelligenza da secoli, ovviamente un poco prima che ciò effettivamente accada, non ci batterà mai nessuno !