Sergio Mattarella promulga la legge sulla Commissione di inchiesta sulle banche ma con una serie di “paletti” sull’attività dell’organismo parlamentare, chiedendo ai presidenti delle Camere di vigilare su alcuni rischi. Primo fra tutti il tema del “controllo del credito”. Secondo il capo dello Stato occorre evitare che la commissione possa arrivare ad un “controllo dell’attività creditizia, sino a coinvolgere le stesse operazioni bancarie, ovvero dell’attività di investimento nelle sue varie forme”.
“Non è in alcun modo in discussione, ovviamente, il potere del Parlamento di istituire commissioni di inchiesta in settori della vita istituzionale, economica o sociale – premette il Capo dello Stato -. Non può, tuttavia, passare inosservato che, rispetto a tutte le banche, e anche agli operatori finanziari, questa volta viene, tra l’altro, previsto che la Commissione possa ‘analizzare la gestione degli enti creditizi e delle imprese di investimento’. Queste indicazioni, così ampie e generali – avverte Mattarella -, non devono poter sfociare in un controllo dell’attività creditizia, sino a coinvolgere le stesse operazioni bancarie, ovvero dell’attività di investimento nelle sue varie forme”.
No ai “condizionamenti” politici sull’attività creditizia. È questo il secondo paletto posto dal Presidente della Repubblica che avverte il rischio che “soggetti, partecipi dell’alta funzione parlamentare ma pur sempre portatori di interessi politici, possano, anche involontariamente, condizionare, direttamente o indirettamente, le banche nell’esercizio del credito, nell’erogazione di finanziamenti o di mutui e le società per quanto riguarda le scelte di investimento si colloca decisamente al di fuori dei criteri che ispirano le norme della Costituzione”.
Per Mattarella inoltre la legge di istituzione della commissione può dare luogo anche a sovrapposizioni con le Autorità indipendenti, cioè “all’esercizio dei compiti propri di Banca d’Italia, Consob, IVASS, COVIP, Banca Centrale Europea. Ciò urterebbe con il loro carattere di Autorità indipendenti, sancito, da norme dell’ordinamento italiano e da disposizioni dell’Unione Europea, vincolanti sulla base dei relativi trattati”, avverte. “Va, in particolare, escluso che la Commissione possa svolgere attività che rientrino nella competenza di organismi dell’Unione Europea – come la Banca Centrale Europea e l’ESMA – in base a norme non derogabili dal diritto interno”.
E a questo proposito il presidente della Repubblica ricorda che “né le banche centrali né, tantomeno, la Banca centrale europea possono sollecitare o accettare istruzioni dai governi o da qualsiasi altro organismo degli Stati membri”.
C’è poi un profilo di “cautela nella gestione delle informazioni” a cui “prestare attenzione”. “L’ordinamento dell’Unione europea – segnala il Capo dello Stato -, nel promuovere gli obblighi di collaborazione e gli scambi di informazioni per l’assolvimento delle rispettive funzioni tra autorità europee e nazionali, prevede che si osservino determinate cautele nella gestione delle informazioni sugli enti e gli istituti di credito in possesso delle autorità di vigilanza”.
Insomma “è necessario, che ‘le persone che hanno accesso alle informazioni siano soggette ad obblighi di segreto professionale'”.Un altolà dal Colle arriva anche sui rapporti con l’autorità giudiziaria: “L’Inchiesta non deve influire sul normale corso della giustizia – ha sottolineato Mattarella – ed è precluso all’organo parlamentare l’accertamento delle modalità di esercizio della funzione giurisdizionale e le relative responsabilità”.In conclusione i dubbi, le preoccupazioni di Mattarella sono riassunte nell’invito rivolto a Fico e Casellati a vigilare sull’attività della commissione ricordando che questa deve rispettare “i limiti derivanti dalla Costituzione e dall’ordinamento della Unione Europea nonché il rispetto dei diversi ruoli e responsabilità”. (askanews)