Profugo esige una stanza singola “per pregare” e minaccia di bruciare l’hotel

Doppio intervento effettuato dagli operatori della squadra volante della polizia oltre ad un altro dei carabinieri, nel pomeriggio di mercoledì 20 e nella giornata di ieri giovedì 21 marzo, su richiesta del personale dell’ambulanza del 118, nella struttura per profughi a Biella. Un 47enne di nazionalità irachena, ospite della cooperativa Versoprobo di via Cottolengo (ex Hotel Coggiola), è andato in escandescenza. Come riporta il giornale locale newsbiella.it è nato un acceso diverbio verbale con il responsabile della struttura: l’uomo, non trovandosi a suo agio con gli altri migranti, avrebbe chiesto una stanza tutta sua dove poter stare in pace e pregare. Sono partite anche minacce all’indirizzo del referente, di incendiare tutto l’ex hotel e volersi uccidere. Il 47enne è stato così trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Ponderano dove è stato calmato.

Nella giornata di ieri è riemerso lo stesso problema. Nuovi interventi del 118, dei carabinieri e della polizia perchè l’iracheno, dimesso dall’ospedale, non voleva far ritorno nella camera in compagnia di altri profughi. Ancora momenti di tensione all’interno della struttura per le nuove minacce all’indirizzo dei responsabili. L’uomo ha rifiutato le cure mediche e il suo comportamento è stato segnalato in prefettura dagli agenti della squadra volante. Per le minacce, invece, potrebbe essere denunciato dal referente della Versoprobo.

Dura la replica del consigliere della Lega, Giacomo Moscarola: “Considerati i recenti fatti di Milano, chiediamo fermezza da parte della Prefettura; non possiamo permettere che girino per la città persone con evidenti problematiche psichiatriche. Dalle minacce al compiere i fatti, la strada è veramente breve. Necessita un provvedimento immediato a tutela della sicurezza pubblica”.