Sempre più prodotti falsi entrano nel mercato dell’Unione europea. Nel solo 2018, il loro valore ha raggiunto i 121 miliardi di euro, pari al 6,8% del totale dell’import nell’Ue. Gran parte di questi arrivano da Cina, Hong Kong ed Emirati Arabi. E tra i Paesi più colpiti c’è l’Italia. E’ quanto emerge dal report “Tendenze del commercio di merci contraffatte e usurpative” dell’Euipo, l’ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale.
Secondo l’Euipo, il mercato dei falsi nel mondo crea un giro d’affari da 460 miliardi di euro. Una quota in crescita rispetto alla precedente rilevazione, che valutava un business planetario di 338 miliardi per un volume a livello europeo del 5%. A livello internazionale, il Belpaese è tra quelli più colpiti insieme a Stati Uniti, Francia, Svizzera, Germania, Giappone, Corea e Regno Unito.
“La contraffazione e la pirateria costituiscono una grave minaccia per l’innovazione e la crescita economica sia a livello dell’UE che a livello internazionale”, dice il direttore esecutivo dell’Euipo, Christian Archambeau, “L’aumento della quota di prodotti contraffatti e usurpativi nel commercio mondiale è molto preoccupante e dimostra chiaramente la necessità di uno sforzo coordinato a tutti i livelli per poterla affrontare pienamente”.
La relazione evidenzia che i prodotti contraffatti possono provenire da quasi tutte le economie del mondo che li producono o fungono da Paesi di transito. Tuttavia, in base all’analisi dei sequestri eseguiti dalle autorità doganali, i Paesi e le regioni principali esportatori di prodotti contraffatti risultano essere: Cina, Hong Kong, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Singapore, Tailandia, India e Malaysia. La relazione utilizza i dati di quasi mezzo milione di confische doganali e non riguarda né i prodotti contraffatti realizzati e ‘spacciati’ sul piano nazionale né quelli digitali distribuiti via Internet.