Dissapori familiari che adavano avanti da tempo, in un contesto di rapporti tra padre e figlia ampiamente deteriorati, dove un genitore particolarmente dominante, se non “padrone”, voleva determinare le decisioni della ragazza che, invece, indendeva emanciparsi e fare le sue scelte liberamente. E’ in questo quadro, precisano i carabinieri, che va letto l’arresto, ieri a Livorno Ferraris (Vercelli), di E.H., 53 anni, marocchino, per aver cercato di investire la figlia di vent’anni: è accusato di tentato omicidio e maltrattamenti.
La famiglia, musulmana (“molto ortodossa” ma “integrata”), vive da circa 15 anni in Italia: il padre (che veste all’occidentale) lavora occasionalmente nel mondo edile e lavorano anche la moglie (che porta lo hijab, il velo sul capo che lascia scoperto il viso) e il figlio.
La figlia, che svolgeva lavori occasionali, ieri doveva andare a consegnare un curriculum per un nuovo impiego. Dopo l’ennesima discussione a casa è uscita per prendere il treno: il padre l’ha raggiunta per parlarci, le ha detto che voleva accompagnarla lui con la macchina, ma al diniego della ragazza con l’automobile avrebbe tentato di investirla, colpendola solo di striscio perchè la ragazza all’ultimo è riuscita a scansarsi. I sanitari le hanno dato 5 giorni di prognosi, da passare a casa. L’uomo invece, arrestato, ora è in carcere a Vercelli: “Non volevo investirla, non avrei mai pututo: è stata una manovra accidentale”, ha raccontato ai carabinieri.
Gli inquirenti devono ancora approfondire la vicenda, che per il comandante provinciale dei carabinieri di Vercelli, Andrea Ronchey, “sarebbe comunque da ricondurre a un retaggio culturale prima che religioso“, anche perchè “non ci sono al momento segni che inducano a posizioni di radicalizzazione” dell’uomo. (askanews)