Edilizia: dal 2008 chiuse 120mila imprese, persi 550mila posti di lavoro

Nel comparto dell’edilizia, dal 2008 a oggi, sono 550mila i posti di lavoro in meno e 120mila imprese che hanno chiuso i battenti. In Italia ci sono 600 opere ferme, per un valore di 36 miliardi di euro bloccati. Dati che si traducono in 125 miliardi di mancate ricadute sull’economia, che avrebbero generato oltre 1,5 milioni di occupati. Sono i dati che ha illustrato oggi Nicolò Rebecchini, presidente dell’Acer, nel corso del convegno organizzato dall’associazione dal titolo ‘Sfida Capitale. Magistratura, pubblica amministrazione e imprese dialogano per contrastare la concorrenza sleale e la burocrazia ‘difensiva”.

Solo a Roma, hanno evidenziato i dati, dal 2009 al 2018 la massa dei salari è passata da 502 milioni a 285 milioni, determinando un calo del 43%. Le imprese sono passate da 11.114 a 6.813 (-39%), mentre la diminuzione degli operai è stata più marcata: -53%, da 63.871 a 30.097.

“Siamo ormai tutti consapevoli: non siamo più attrattivi, pochi investono in Italia, nessuno scommette più su Roma, capitale del nostro paese ricordata unicamente per le proteste di piazza e per il suo degrado ma assolutamente dimenticata per le sue reali funzioni anche in momenti come questi in cui si ridiscute dell’organizzazione dello Stato”, ha detto Rebecchini nel corso del suo intervento al convegno. “Le ragioni – ha aggiunto – sono profonde, vengono da lontano, chiamando in causa le responsabilità di tutti. Il sistema impresa purtroppo non è esente da grandi responsabilità”.