Il governo apra i porti, o comunque qualsiasi scalo possa servire a far arrivare migliaia di migranti. A chiederlo, stavolta, non è una ong, né l’opposizione di sinistra, ma la Coldiretti, una delle principali organizzazioni di agricoltori del Belpaese. Che tra l’altro viene considerata in ottimi rapporti con il leader della Lega, Matteo Salvini. O almeno, sembrano esserlo i suoi nuovi vertici.
Ed è proprio al ministero degli Interni che la Coldiretti si rivolge affinché approvi in fretta il Decreto Flussi 2019, il primo dell’era gialloverde, che dovrebbe aprire le porte a poco più di 30mila migranti extracomunitari, di cui 18mila stagionali. Una fretta resasi necessaria per via dell’insolito caldo di questa parte dell’anno, che ha favorito la maturazione dei raccolti. E senza manovalanza, i raccolti rischiano si restare nei campi.
“Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di una esigenza per l’agricoltura italiana dove i dipendenti stranieri offrono oltre della forza lavoro necessaria al settore. Sono molti i distretti agricoli dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale”. Il riferimento è soprattutto al Nord Italia: i migranti servono per la raccolta delle fragole nel Veronese, per la preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani.
“L’andamento climatico aggrava il preoccupante ritardo che si registra rispetto allo scorso anno quando il via alla presentazione delle domande di ingresso on line, con il cosiddetto click day, scattarono il 31 gennaio”, nota la Coldiretti. Nel 2018 era stato autorizzato l’ingresso di 18 mila lavoratori stagionali provenienti da Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina. “La maggioranza – conclude la Coldiretti – ha trovato lavoro in agricoltura che, insieme al turismo, è il settore che ha offerto maggiori opportunità occupazionali”.