Raggi e quel tic antifascista che fa tanto Boldrini…

All’inizio erano clic. Per scegliere così i loro onorevoli e i loro sindaci, i grillini. Poi, la delusione a pelle, perché incapaci di governare e abbastanza arruffoni. E poi ancora, in assenza di risultati, i clic sono diventati tic, come nel caso di Virginia Raggi trasformatasi in insospettabile militante antifascista. Nei centri sociali si troverebbe alla perfezione, con le sciocchezze che spara ad ogni piè sospinto. Invece, le tocca fare il sindaco di Roma. Erano meglio le fotocopie da Previti.

Onore agli alberi caduti, verrebbe da dire alla luce dell’inquadramento ideologico con cui ha raffigurato il disastro che li vede cadere in città alle prime raffiche di vento. Anziché prendersela per la manutenzione che non c’è – anche perché è da lei che dipende – la partigiana Virginia ha fatto a pugni immaginari con il fascismo, epoca in cui dice che furono piantati. In effetti quei fusti, quelle radici, qualcosa di nero devono averla. E si sa, lei ha ancora nel cuore il compagno Spelacchio, che fece ridere tutto il mondo.

Mentre il traffico impazza e l’emergenza abitativa dilaga, la Raggi ha la soluzione per i mali di Roma. Dal manuale del perfetto 25 aprile, tuona ogni volta contro Casapound che si è fissata che debba lasciare un edificio che però non è del Comune. Anzi, lo stabile appartiene al Demanio e pochi giorni fa il ministero ha fatto sapere al Campidoglio che ci sono ben altre priorità su cui intervenire. Niente bandiere rosse da affidare al comando dei vigili urbani. Girare al largo da via Napoleone III.

Quei cattivoni di Cpi le hanno fatto pure un dispetto, sabotando perfidamente la suggestiva lezione di storia sulle foibe che proprio la compagna Virginia ha voluto affidare all’Associazione partigiani per indottrinare le scolaresche.

Un altro tic, evidentemente, perché significa disconoscere il sacrificio di tanti italiani che hanno finalmente il diritto di essere commemorati senza faziosità. Ma al sindaco di Roma proprio non riesce di stare al suo posto, che non dovrebbe essere quello della maestrina poco istruita.

Ma è contro tutto quello che ha rappresentato il Msi nella città che governo disastrosamente che la Raggi si scaglia. Nessuno ha più saputo che fine abbia fatto la “pratica” Colle Oppio, e nemmeno la domanda di regolarizzazione che avevano proposto i responsabili della sezione al Campidoglio. Non vuole – il sindaco – che ci siano spazi di dibattito e di presenza politica per la destra. E poi, la vergognosa storia della strada per Almirante, prima concessa e poi negata. Non studia, la Raggi, il tic neoantifascista glielo impedisce.

Chi può, la curi. Sennò che altro dovremo aspettarci? Chissà, forse aspira a cantare anche con la Boldrini Bella Ciao assieme ai partigiani in Campidoglio, magari sognando di abbattere assieme a lei le statue dello Stadio dei Marmi e quell’obelisco, il Foro Mussolini, che fa bella mostra di se’ davanti allo stadio Olimpico. Ma niente da fare, Virginia, quello resiste: mica è un albero fascista….

Francesco Storace