- Un tempo, negli istituti penitenziari del Nord Reno-Westfalia c’erano 114 imam accreditati, ora però se ne contano soltanto 25. Questa riduzione drastica è la conseguenza dei controlli di sicurezza grazie ai quali le autorità tedesche hanno scoperto che 97 imam erano pagati dal governo di Ankara, essendo dipendenti pubblici turchi. La Turchia ha rifiutato di consentire agli imam di rispondere alle domande dei funzionari tedeschi.
- Un articolo del Berliner Morgenpost titolato “Il tedesco diventa una lingua straniera in molte carceri” spiega che il numero crescente di conflitti tra gli agenti penitenziari tedeschi e i detenuti stranieri è dovuto alle barriere linguistiche.
- Le autorità tedesche segnalano inoltre un aumento delle aggressioni al personale penitenziario da parte dei detenuti. Nel Nord Reno-Westfalia, ad esempio, dal 2016 il numero di tali aggressioni è più che raddoppiato.
Il numero dei detenuti stranieri nelle carceri tedesche ha ora raggiunto livelli record, come rilevato da una recente inchiesta condotta sul sistema penitenziario dei 16 Stati federati tedeschi (Länder). A Berlino e Amburgo, ad esempio, oltre il 50 per cento dei reclusi è di origine straniera, secondo il reportage, che ha anche rivelato un aumento del numero degli islamisti nel sistema carcerario tedesco.
I dati, raccolti dal quotidiano Rheinische Post, mostrano che il forte aumento di detenuti stranieri è iniziato nel 2015, quando la cancelliera Angela Merkel permise a più di un milione di migranti per lo più incontrollati e provenienti dall’Africa, Asia e dal Medio Oriente di entrare nel paese.
Secondo il giornale, tutti i Länder tedeschi hanno registrato negli ultimi tre-cinque anni un “fortissimo aumento” di detenuti stranieri e apolidi, sebbene sia difficile da calcolare il loro numero complessivo a livello nazionale a causa delle differenze nel modo in cui gli Stati federati elaborano le statistiche.
Dal 2016, ad esempio, negli Stati federati occidentali la percentuale dei detenuti stranieri è passata ad Amburgo dal 55 per cento al 61 per cento; a Berlino, dal 43 al 51 per cento; nel Baden-Württemberg, dal 44 al 48 per cento; a Brema, dal 35 al 41 per cento; nel Nord Reno-Westfalia, dal 33 al 36 per cento; nello Schleswig-Holstein, dal 28 al 34 per cento; nella Bassa Sassonia, dal 29 al 33 per cento; in Renania-Palatinato, dal 26 al 30 per cento; nel Saarland, dal 24 al 27 per cento. In Assia, la percentuale è cresciuta leggermente dal 44,1 per cento di tre anni fa al 44,6 per cento di oggi. In Baviera, la percentuale è aumentata attestandosi al 45 per cento, rispetto al 31 per cento nel 2012.
Lo stesso fenomeno si riscontra negli Stati federati orientali. In Sassonia, il numero dei detenuti di origine straniera è più che raddoppiato dal 2016. La maggior parte di tali reclusi arriva dalla Polonia, dalla Tunisia, dalla Libia, dalla Repubblica ceca e dalla Georgia. Il Meclemburgo-Pomerania Anteriore conta ora 160 detenuti stranieri provenienti da 66 paesi diversi.
Le autorità tedesche segnalano inoltre un aumento del numero di musulmani presenti nelle carceri tedesche. La percentuale dei musulmani reclusi è ora nettamente superiore alla loro quota di popolazione totale.
Con il recente afflusso massiccio di migranti, la popolazione musulmana della Germania ora conta circa sei milioni di persone, il 7 per cento della popolazione tedesca totale di 82 milioni di abitanti. Al contrario, secondo i dati raccolti dai ministeri della Giustizia dei Länder, circa il 20 per cento dei 65mila detenuti nelle prigioni tedesche è musulmano.
I musulmani costituiscono il 29 per cento dei detenuti a Brema; il 28 per cento, ad Amburgo; il 27 per cento, in Assia (anche se in alcune carceri di questo Land il 40 per cento di tutti i detenuti partecipa alle preghiere del Venerdì); il 26 per cento in Baden-Württemberg; il 21 per cento del Nord Reno-Westfalia; il 20 per cento a Berlino; e il 18 per cento in Baviera.
Secondo i dati forniti dai ministeri della Giustizia dei Länder, almeno 300 islamisti irriducibili stanno scontando la loro pena in un penitenziario tedesco. Altri 350 islamisti hanno dei mandati di cattura pendenti. La maggior parte dei detenuti islamisti si trovano in Assia, in Baviera, nel Nord Reno-Westfalia e a Berlino. Molti sono rinchiusi in strutture detentive separate, ma ci sono preoccupazioni che coloro che non lo sono possano radicalizzare altri detenuti.
In Assia, ad esempio, il numero degli islamisti è più che triplicato dal 2013, mentre nel Baden-Württemberg il numero dei detenuti islamisti è più che raddoppiato dal 2016. “Il numero dei carcerati i cui sentimenti islamisti spiccano è aumentato drasticamente negli ultimi due anni”, ha dichiarato Guido Wolf, ministro della Giustizia del Baden-Württemberg. “Questo presenta nuove sfide per i nostri agenti penitenziari, che sono già duramente provati. Stiamo facendo tutto il possibile per rilevare i segni della radicalizzazione islamista in una fase iniziale e per contrastarli con fermezza”.
Il 10-15 per cento dei detenuti musulmani nelle carceri tedesche è a rischio di radicalizzazione, afferma Husamuddin Meyer, un tedesco convertito all’Islam sufita che ora lavora come chierico nel sistema penitenziario del Nord Reno-Westfalia (NRW). Secondo Meyer, il sistema carcerario tedesco ha bisogno di più imam, per contrastare la radicalizzazione.
Un tempo, negli istituti penitenziari del Nord Reno-Westfalia c’erano 114 imam accreditati, ora però se ne contano soltanto 25. Questa riduzione drastica è la conseguenza dei controlli di sicurezza grazie ai quali le autorità tedesche hanno scoperto che 97 imam erano pagati dal governo di Ankara, essendo dipendenti pubblici turchi. La Turchia ha rifiutato di consentire agli imam di rispondere alle domande dei funzionari tedeschi. “L’obbligo per questi dipendenti di sottoporsi a un nuovo controllo di sicurezza è inappropriato e sbagliato”, ha dichiarato il consolato turco. Il ministro della Giustizia del NRW Peter Biesenbach ha replicato: “L’obiettivo a medio termine deve essere quello di organizzare l’assistenza religiosa e la cura pastorale indipendentemente dallo Stato turco”.
In Assia, nel frattempo, il ministero della Giustizia ha sospeso un imam autorizzato a entrare in carcere a causa dei suoi legami con i Fratelli Musulmani.
Il forte aumento di detenuti stranieri ha portato al problema del sovraffollamento delle carceri e della carenza di personale. Le prigioni del Baden-Württemberg e del Nord Reno-Westfalia operano attualmente al massimo delle loro capacità. Nel tentativo di mitigare il problema nel NRW, più di 500 detenuti sono stati di recente rilasciati per una “amnistia di Natale”. I penitenziari della Baviera, di Berlino e della Renania-Palatinato sono pieni al 90 per cento.
A causa di ciò, nel 2018, il personale degli istituti di pena in NRW ha fatto più di 500mila ore di straordinario, secondo un rapporto giudiziario interno trapelato e finito sulle pagine del Rheinische Post. Il sistema penitenziario del NRW è sotto organico di almeno 500 unità. Nonostante una buona retribuzione e i benefit, ci sono pochi candidati a causa delle tensioni fisiche ed emotive legate a questa attività lavorativa.
Oltre alla carenza di personale, molte carceri sono fatiscenti. Più di 500 detenuti di una prigione di Münster, ad esempio, sono stati evacuati e trasferiti altrove poiché l’edificio rischiava di crollare. A Colonia, sono stati chiusi 100 centri di detenzione a causa dell’esposizione all’amianto. Solo nel Nord Reno-Westfalia, sono necessari almeno tre miliardi di euro per ristrutturare i vecchi penitenziari.
Un articolo del Berliner Morgenpost titolato “Il tedesco diventa una lingua straniera in molte carceri” spiega che il crescente numero di conflitti tra gli agenti penitenziari tedeschi e i detenuti stranieri è dovuto alle barriere linguistiche. “L’esigenza di corsi di lingua e servizi di interpretariato è in aumento e la capacità di confrontarsi con altre culture è necessaria”, ha dichiarato Dieter Lauinger, ministro della Giustizia della Turingia.
Il sindacato dei detenuti GG/BO (Gefangenen-Gewerkschaft/Bundesweite Organisation) ha chiesto alle autorità carcerarie di assumere interpreti che possano impartire ordini e istruzioni nella lingua madre dei detenuti stranieri. Sebbene alcuni Länder si avvalgano di interpreti, i costi sono spesso proibitivi.
Le autorità tedesche segnalano inoltre aggressioni al personale penitenziario da parte dei detenuti. Il Sindacato della polizia penitenziaria (Bund der Strafvollzugsbediensteten Deutschlands, BSBD) ha registrato 550 “episodi speciali”, nel 2017. Nel Nord Reno-Westfalia, ad esempio, dal 2016 il numero di tali aggressioni è più che raddoppiato.
“I numeri sono un riflesso della nostra società”, afferma Peter Brock, presidente del BSBD. “Insulti, minacce e attacchi fanno parte della vita quotidiana”.
di Soeren Kern https://it.gatestoneinstitute.org