Ha affittato un’ abitazione ad una famiglia di origine marocchina, ma dopo qualche anno è finito davanti al giudice del Tribunale di Treviso a causa della costruzione di una moschea abusiva nel retro dello stabile. E’ questa l’accusa rivolta a E.S., 50enne padovano, proprietario della casa che in breve si è trasformata in un luogo di culto islamico.
Nel retro dell’abitazione, infatti, gli affittuari nordafricani erano riusciti a ricavare uno spazio, sottratto al giardino, per realizzare un’area adibita a luogo di culto. Un posto dove pregare che era ben noto non solo ai parenti degli stessi marocchini che vivevano all’interno della sopra citata casa, ma anche ad amici e conoscenti della zona di Sernaglia della Battaglia. La comunità islamica del posto, quindi, aveva ottenuto abusivamente il proprio luogo di preghiera, senza consensi o autorizzazioni di sorta.
Gli altri residenti del posto, tuttavia, si erano decisamente allarmati per il quotidiano viavai di stranieri all’interno di quella più che sospetta abitazione, pertanto hanno informato dei fatti la polizia locale. Dopo le numerose segnalazioni ricevute, gli agenti hanno dunque effettuato un dovuto controllo, che ha rivelato in modo lampante tutte le irregolarità. I locali che costituivano la moschea erano infatti abusivi, e non c’era l’ombra di alcuna autorizzazione né per la loro costruzione né per l’uso che se ne sarebbe dovuto fare.
Ecco perché il padrone di casa, E.S., è finito in tribunale. Nonostante il fatto che abbia affermato di essere stato tenuto all’oscuro di tutto dai suoi affittuari, l’uomo è stato rinviato a giudizio.