“Questione latte”, ecco chi c’è dietro. I pastori sardi se lo ricorderanno nelle urne

di Paolo Becchi e Giuseppe Palma su Libero del 19 febbraio 2019

Dalla parte dei pastori sardi si è schierato finora solo Salvini, cercando di portare a casa un importante risultato, cioè il prezzo del latte da 60 centesimi ad 1 euro al litro.

Per ora si è trovato un accordo a quota 72 centesimi a titolo di acconto. Il saldo dovrebbero mettercelo Stato e Regione.
Insomma, un puro intervento di stampo keynesiano nell’economia a cui si potrebbe aggiungere l’uso della moneta fiscale. Le trattative vanno comunque avanti.

Ma chi sono i concorrenti che stanno mettendo in ginocchio i pastori sardi?
Per accompagnare le aziende italiane nel percorso di internazionalizzazione nel 1991 viene fondata la Simest, per il 76% controllata da Cassa depositi e prestiti.

La società pubblica si occupa di concedere anche finanziamenti agevolati, favorisce l’internazionalizzazione, soldi che però costituiscono purtroppo un incentivo pubblico alla delocalizzazione. I soldi degli italiani favoriscono società private che utilizzano quei fondi per delocalizzare all’estero, anche all’interno dei Paesi della Ue, ma nei quali la tassazione è molto bassa e i costi di produzione minimi, con salari di gran lunga inferiori ai nostri.

Insomma, l’ennesima fregatura targata Ue. Con danni, in questo caso, per i pastori sardi.

Proprio la Simest è azionista (29,5%) della LactItalia, azienda con sede in Romania (Timisoara), che per il 70,5 % fa capo alla famiglia sarda Pinna. In parole povere lo Stato italiano mette i soldi per un’azienda italiana che produce in Romania e rivende quel latte e quei formaggi anche in Italia.
Lo Stato insomma ha favorito un’azienda per fare concorrenza ai produttori nostrani.

E di tutto questo nessuno sa niente tranne i sardi che non dimenticano come nel dicembre 2017 l’allora segretario del Pd Matteo Renzi andò in visita proprio al caseificio dei fratelli Pinna. Nulla di male, per carità, ma ciò dimostra ancora una volta come la finta sinistra italiana si schieri sempre contro il popolo, in questo caso contro i pastori sardi che domenica se lo ricorderanno nella cabina elettorale.