«Chiedo scusa a tutti, non sono un razzista, sono papà anch’io, se fosse accaduto a mio figlio sarei stato il primo a correre a scuola a chiedere spiegazioni. Era un esperimento didattico, non lo rifarei più…». Mauro Bocci, 42 anni, insegnante da 10.
È lui il protagonista di questa brutta storia che arriva dall’Umbria. Lo incontriamo – scrive il Corriere – alle otto di sera nello studio del suo avvocato, Luca Brufani.
«Lo sa qual è la materia che insegno? Si chiama alternativa alla religione cattolica, passo il tempo coi ragazzi musulmani. Quel sabato dovevo sostituire un collega e sono entrato in classe. Ho deciso di parlare ai ragazzi della Shoah…».
Sono ragazzi di quinta elementare, è sicuro che potessero comprendere certi temi?
«Col senno di poi, è chiaro, non lo rifarei più. Ma in quel momento sentivo che il mio esperimento sarebbe stato apprezzato dalla classe e ho chiesto loro il permesso. Vi va? Ho domandato. E hanno risposto di sì».
Che tipo di esperimento?
«Un esperimento al contrario, in Rete se ne vedono tanti, per suscitare la reazione della classe davanti a una palese ingiustizia. Così mi sono rivolto all’unico bambino di colore, a cui voglio un bene dell’anima».
Maestro ‘razzista’: era una sperimentazione, gli alunni erano stati avvertiti
Il maestro è un attivista di sinistra