Non c’è fretta per lo sgombero dell’immobile occupato a Roma da CasaPound, di proprietà del Demanio, dove vivono una ventina di famiglie italiane indigenti. Lo spiega una lettera inviata dal Ministero dell’Economia al Comune di Roma, dopo la notifica della mozione approvata dall’Assemblea capitolina che chiedeva alla sindaca Virginia Raggi di attivarsi proprio rendere effettivo lo sgombero.
L’immobile, a quanto spiega la lettera, non avrebbe quelle caratteristiche di insicurezza, instabilità e emergenza sanitaria che caratterizzerebbero l’altra ventina di stabili in “lista d’attesa” per gli sgomberi previsi nella Capitale a seguito di sentenze o ordinanze. Per questo, secondo il Mef, la volontà dell’Assemblea capitolina può attendere.
A questo punto ”l’effettuazione dello sgombero dovrà essere valutato dal Prefetto di Roma, che non lo ritiene prioritario in forza dei criteri stabiliti ad hoc” precisano il Mef e l’Agenzia del demanio.
Casapound, Simone di Stefano scrive su Twitter: “Siamo sempre stati aperti al dialogo con stampa e istituzioni. Abbiamo fatto entrare tutti in Via Napoleone III a vedere e conoscere. Da oggi la nostra posizione sarà solo una: CasaPound resterà lì finché esisterà anche un solo centro sociale di sinistra occupato in Italia.”