Appalti Sicilia: mazzette, regali e favori. Chiesto processo per Crocetta

Mazzette, regali e favori sulle gare d’appalto della Regione per l’assegnazione dei contributi sui collegamenti navali tra la Sicilia e le isole minori. C’è questo e tanto altro dietro la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Palermo per l’ex governatore Rosario Crocetta, l’ex sottosegretario al ministero dell’Economia Simona Vicari e Marianna Caronia, consigliere comunale e deputato regionale. Richiesta che arriva a due anni dall’operazione dei carabinieri Mare monstrum che hanno indagato su connivenze e accordi che avrebbero favorito la compagnia Liberty Lines.

Il sostituto procuratore Francesco Gualtieri e l’aggiunto Sergio Demontis hanno quantificato in 10 milioni di euro i guadagni facili ottenuti dai Morace. Gli attori coinvolti nell’ambito politico sarebbero numerosi. Come Crocetta, che avrebbe ricevuto dagli armatori un contributo elettorale da 10 mila euro per – secondo l’accusa – esercitare pressioni sugli uffici regionali. O come la senatrice Vicari, che avrebbe ricevuto due orologi di lusso (un Rolex e un Bulgari per un valore complessivo di 12 mila euro) per essere riuscita a far approvare un articolo della finanziaria che avrebbe rotto l’aliquota sul trasporto marittimo dal 10 al 4%.

La richiesta di rinvio a giudizio riguarda anche Marianna Caronia e l’ex vice presidente della commissione antimafia regionale Mimmo Fazio. Il processo è stato chiesto dai pm palermitani anche per l’ex dirigente del dipartimento Trasporti della Regione Siciliana, Salvatrice Severino. Secondo l’accusa avrebbe gestito lei gran parte degli accordi che poi avrebbero favorito i Morace, modulando i bandi per l’assegnazione dei contributi regionali. Come confermerebbero alcuni scritti del marito della donna, un ex carabiniere, che avrebbe appuntato tutto su quei rapporti illeciti.

Gli indagati sono accusati a vario titolo dei reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione del segreto d’ufficio.

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Mattarella con Orlando Cascio (Pd) e Crocetta (Pd)