“Mia nonna teneva molto alla catechesi. Ci spiegava che nella vita dovevamo essere umili e non dimenticarci che eravamo nati in una famiglia umile”. Lo ha detto il Papa ai gesuiti di Panama e di altri paesi del Centro America che ha incontrato nel corso della recente Giornata mondiale della gioventù. “Lei, che era del Nord Italia, ci raccontava di una famiglia che in un paese italiano aveva mandato un figlio a studiare all’università”, afferma Jorge Mario Bergoglio nel colloquio pubblicato sul prossimo numero della Civiltà cattolica e anticipato oggi da Avvenire. “Si trattava di una famiglia di contadini. Il figlio non tornò finché non si laureò. E una volta a casa, cominciò a domandare al padre: ‘Come si chiama quell’attrezzo? E come si chiama quell’altro?’. ‘Questa è la pala, figlio mio’. ‘Ah, la pala. E quell’altro attrezzo come si chiama?’. ‘Il martello’. ‘Ah, il martello’. Era cresciuto là, ma non ricordava niente. ‘E quest’altro attrezzo come si chiama?’. E il padre glielo diceva. C’era anche un rastrello. E il figlio, distrattamente, lo calpestò. Il rastrello ruotò e lo colpì in testa. E lui esclamò: ‘Accidenti al rastrello!'”, ha proseguito il Papa mimando, tra le risate dei gesuiti, il gesto: “Chi si dimentica della sua cultura – ha detto Jorge Mario Bergoglio – ha proprio bisogno di una rastrellata in faccia”.
“E’ terribile quando la consacrazione a Dio ci rende snob, ci fa salire di categoria sociale verso una che ci sembra più educata della nostra”, ha detto ancora il Papa. “Ciascuno deve conservare la cultura da cui proviene, perché la santità che vuole raggiungere si deve basare su quella cultura, non su un’altra”.”Oggi ho pranzato con i giovani. Venivano da tutte le parti”, ha detto ancora il Papa.
“E c’era una ragazza centroamericana, indigena, che aveva voluto truccarsi secondo le sue tradizioni. Una persona ‘illuminata’, vedendola così, avrebbe forse detto con ironia: ecco la ‘piccola india’, tutta pitturata! Ecco, quando la ‘piccola india’ ha parlato, ha dato una bella batosta a quelli che non rispettano la madre terra. Quella ragazza ha parlato, a partire dalla sua cultura, con una tale capacità intellettuale che alla fine, quando quelli della Sala Stampa mi hanno chiesto chi potevano portare per le interviste, ho risposto: portate chi volete, ma lei portatela di sicuro. Quella ragazza, militante, cattolica, credo insegnante di professione, non aveva perduto la sua cultura, l’aveva fatta crescere! Quindi, ecco quello che voglio dire: dobbiamo inculturarci fino alla fine”. (askanews)