Lettera aperta a Mattarella e Bce su moneta, democrazia, Patria ed Europa

  • Al signor Presidente della Repubblica
    Sergio Mattarella
    c/o Palazzo del Quirinale
    00187 – Roma
  • Al signor Presidente della Banca Centrale Europea
    Mario Draghi
    Sonnemannstrasse 20 (Main building)
    60314 Frankufurt am Main
    Germany
  • E p.c. alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
    Palazzo Chigi
    Piazza Colonna 370
    00187 Roma

Ferrara 8 febbraio 2019

Lettera aperta sulla moneta, la democrazia, la nostra Patria e la nostra Europa

  • Chi siamo

Egregi Presidente della Repubblica Italiana e Presidente della BCE,

siamo cittadini ferraresi uniti dal desiderio di contribuire alla crescita e al progresso materiale e spirituale della società come cittadini italiani ed europei, quali noi ci sentiamo. Siamo ben consci di appartenere, inoltre, ad una comunità più vasta e che abbraccia virtualmente tutto il mondo, la comunità umana, per la quale ci sentiamo partecipi e responsabili. Noi sappiamo che l’economia ha preso il sopravvento sulla giustizia sociale e umana attraverso un distorto utilizzo di strumenti come la moneta e il debito pubblico.

 

  • La premessa

Tanti cittadini – come noi alcuni anni fa – pensano oggi di sapere cosa sia la moneta e cosa sia il debito pubblico. Dopo esserci informati a lungo e approfonditamente, dopo aver lasciato le approssimazioni e usato persino e semplicemente la logica, siamo giunti alla conclusione che invece pochi sanno cosa essi siano davvero e pochi ne conoscono le implicazioni sulla nostra vita, sui nostri figli e sulla prosperità della nostra Nazione. Invece la definizione di moneta e debito (in particolare il debito pubblico) in termini economici e il modo in cui se ne parla è vitale. Il modo in cui i cittadini, che hanno l’onore e l’onere di ricoprire cariche importanti, ne trattano e ne parlano, è fondamentale. Ogni affermazione fatta su questi due temi ha bisogno di essere vagliata attentamente e in linea con la nostra Costituzione.

E qui veniamo al motivo di questa lettera.

 

  • Il fatto

Egregi Presidenti voi pochi giorni fa avete fatto le seguenti dichiarazioni:

“Molte sono le questioni che dobbiamo risolvere. La mancanza di lavoro che si mantiene a livelli intollerabili. L’alto debito pubblico che penalizza lo Stato e i cittadini e pone una pesante ipoteca sul futuro dei giovani.”

Presidente Sergio Mattarella (discorso di fine anno 2018)

 “[…] e andando indietro nel tempo la crescita (in Italia ndr) degli anni ‘80  fu presa a prestito dal futuro cioè grazie al debito lasciato sulle spalle delle future generazioni”

           Presidente Mario Draghi (discorso agli studenti della Scuola Superiore SantAnna di Pisa 15 dicembre 2018)

 

  • Le nostre considerazioni

Possiamo dire che quanto avete affermato è scorretto dal punto di vista macroeconomico all’interno dell’eurozona? NO

Possiamo dire che quanto avete affermato è in antitesi con l’esistenza di una Repubblica democratica? SI

Le vostre affermazioni sono formalmente corrette. Ma sta proprio qui il problema. Esse sono corrette in relazione alla condizione politico-economica nella quale si trova l’Italia. Situazione profondamente in antitesi con tutti gli articoli della nostra Costituzione. Affermazioni corrette in un contesto in cui si sono fatte delle scelte e non si intenda più metterle in discussione, nonostante i segnali sociali, economici e politici lo richiedano con forza e responsabilità.

La visione e la “narrazione” del debito pubblico – anche quella contenuta nelle vostre affermazioni – mina fortemente alla base l’esistenza di uno Stato. E mina i diritti democratici e la pacifica convivenza del suo popolo. Uno Stato in cui il debito pubblico sia considerato un fardello per le generazioni future abdica dalle sue prerogative fondamentali e, di conseguenza, la società cessa di essere democratica.

Noi sappiamo che è possibile un’organizzazione monetaria in cui il debito pubblico sia uno strumento di politica monetaria e remuneri i risparmi delle famiglie. Quindi in realtà diventa credito pubblico cioè ricchezza per noi e per i nostri figli.

 

Le Vostre affermazione significano per noi essere abbandonati da coloro che avrebbero dovuto difendere il nostro lavoro e i nostri sacrifici. Lavoro e sacrifici fatti per migliorare la nostra vita e quella dei nostri figli e non per pagare interessi ai mercati.  E non ne capiamo il motivo. Non riusciamo a comprendere cosa vi spinga e quale principio vi guidi.

 

Noi sappiamo che esiste, nella teoria economica e nella vita di una società, un “mondo” in cui il Debito pubblico di uno Stato rappresenta la ricchezza finanziaria dei propri cittadini in quanto è il loro credito. Dire quindi che l’elevato debito pubblico sia un problema e un fardello sulle spalle dei nostri figli è vero solo se continuiamo con le scelte che hanno consegnato la nostra Repubblica in mano ai mercati.  In pratica ad enti e organizzazioni che dovrebbero essere subordinate alle leggi dello Stato stesso. Si è reso merce quello che merce non deve essere e cioè l’individuo, il lavoro, la terra e la moneta, che deve essere solo e semplicemente l’unità di misura dell’operosità.

 

Per questo vogliamo dirvi che ad oggi non avete il nostro appoggio. Sappiate che la ricaduta sulla nostra vita di ciò che affermate non trova il nostro consenso.

 

  • Le domande a cui vi chiediamo di rispondere

Quindi riteniamo fondamentale avere da Voi una definizione chiara e completa sul Debito pubblico e una risposta alle seguenti domande:

  • Chi crea la moneta in uno Stato?
  • Chi crea la moneta da dove la prende?
  • Il potere di creare moneta è un potere fondamentale per uno Stato?
  • Che cos’è il Debito Pubblico?
  • È vero che il bilancio dello Stato è come il bilancio di una famiglia?
  • È sempre vero che il debito pubblico è un fardello per le generazioni future?

 

  • Conclusioni

In questa lettera abbiamo cercato di comunicarVi quanto siano vitali i concetti di moneta e debito pubblico. Infatti, una loro differente visione ha come ricaduta concreta l’esistenza o meno di una Repubblica democratica. Quindi Vi abbiamo chiesto di spiegare le Vostre affermazioni su moneta e debito pubblico perché a nostro avviso contengono idee che sono in antitesi con l’esistenza di uno Stato democratico.

Ecco perché con determinazione e fermezza, profonda passione civica e alto rispetto delle istituzioni, noi Vi chiediamo di rispondere alle domande contenute in questa lettera.

In gioco c’è, oltre al nostro consenso, la vita di tutti noi.

Grazie per l’attenzione e con l’occasione inviamo i nostri più cordiali saluti

I cittadini del Gruppo economia di Ferrara

G.ECO.FE

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