Insulti a Conte, il figlio di Sofri sminuisce: “permalosità nazionaliste”

Adriano Sofri

ROMA, 13 FEB – “Non accetto attacchi alla dignità del mio paese. Conte o non Conte. Perché l’Italia merita rispetto indipendentemente da chi la rappresenta pro tempore. E noi italiani dobbiamo ricordarcelo”. Così Carlo Calenda in uno dei numerosi tweet della mattinata a difesa del premier attaccato ieri nell’aula del Parlamento europeo a Strasburgo dal liberale belga Guy Verhofstadt, che lo ha definito “burattino di Salvini e Di Maio”.

“A me che qualcuno dia del burattino in una sede istituzionale internazionale al Presidente del Consiglio del mio paese mi fa notevolmente incazzare. Comunque la si pensi”, risponde l’ex ministro alla deputata Pd Alessia Morani. Su Verhofstadt, Calenda dice “lo conosco e non discuto le sue buone intenzioni o il suo amore per l’Italia. Ma ha sbagliato. Punto. Poteva dire le stesse cose senza offendere il Presidente del Consiglio di un paese fondatore”.

Diversi i tweet polemici in risposta a Calenda, accusato di essere troppo buono con Conte. Anche Luca Sofri, figlio di Adriano (mandante dell’omicidio del giudice Calabresi), ha detto la sua.

E segnalo un’ultima cosa piccola, poi ci occupiamo di altro che non di permalosità nazionaliste (“maestra, Verhofstadt offende!”): in quel contesto è più mio rappresentante Verhofstadt, eletto come tale in un mio parlamento che ho votato, di Conte.”