Silvana De Mari: cambiare sesso non è possibile

“Perché sono contraria alla possibilità di cambiare sesso? Perché sono chirurgo e purtroppo non è possibile. Non si può cambiare sesso. Il nostro sesso è infuso in tutte le cellule. Nel campo della transessualità abbiamo dei corpi sani, che sono maschili o femminili”. Parola di Silvana De Mari, medico e scrittrice, intervistata da Giuseppe Cruciani nel corso de La Zanzara (Radio24). L’intervista riportata da www.ilfattoquotidiano.it

“Il caso di Vladimir Luxuria è fortunatamente quello di un corpo sano, perché lui ha avuto la grandissima saggezza di conservare i testicoli. Quindi, è tutto e per tutto, un maschio, un maschio sano, semplicemente con due protesi mammarie. E questo va benissimo. La nostra mente, però, non può essere in disaccordo col nostro corpo. Se non si adatta al corpo, quella che dovrebbe essere aiutata è la mente, quindi l’intervento per cambiare sesso consiste in un’amputazione dei testicoli e dello scroto per fare una cosiddetta nuova vagina” – continua – “il che è completamente improprio, perché la vagina non può essere imitata. Questa cosa è un buco che deve essere tenuto aperto. La persona che cambia sesso, e che evidentemente si odia, avrà un corpo che per tutta la vita cercherà di cicatrizzare. Quindi, la cosiddetta neo-vagina è una cavita che va tenuta dilatata ogni giorno, cioè deve essere tenuta aperta”.

E aggiunge: “Le persone che si sottopongono a questo intervento moltiplicano per 20 il rischio di suicidio. E dunque col denaro pubblico si fanno interventi che moltiplicano per 20 il rischio di suicidio e rendono malato un corpo sano. Invece, si dovrebbe fare il contrario: insegnare la mente ad accettare il corpo. Si sta spiegando ai bambini, grazie anche a Real Time e ad altre trasmissioni, che possono anche diventare maschio o femmina”.

“Ma non è che uno guarda la televisione e decide di cambiare sesso”, dice David Parenzo.
“Secondo me, sì”, risponde De Mari.

La scrittrice rincara: “Non bisogna modificare il corpo, ma la mente. Nel 90% dei casi alla disforia di genere è associato a un’altra patologia. Nel 10% dei casi di schizofrenia, la disforia di genere è uno dei sintomi. Se facciamo cambiare sesso al paziente, allora, è un disastro. Da queste cose, secondo me, si può guarire. L’omosessualità, però, non è una malattia ma un comportamento che può essere abbandonato, come dimostrano tutti gli ex gay. Con quali cure? Decidendo soprattutto di abbandonare l’omosessualità. Ci vuole una volontà d’acciaio, è una roba da marines. Vi do anche la notizia dell’anno: gli ex gay sono più numerosi dei gay”.

Parenzo  commenta: “Questa è roba da Povia”.
De Mari ribatte: “In qualsiasi manuale di sessuologia lei troverà scritto che le persone che hanno un comportamento omoerotico per tutta la loro vita sono circa l’1,5 – 1,8% % della popolazione. Chi invece è stato gay per un periodo più o meno lungo della vita è l’8 per cento della popolazione. Non mi pare di aver detto una cosa così buffa e strampalata. Una società in cui gli uomini amano le donne e viceversa, mettono al mondo e amano dei bambini è una società molto più felice. Quello che mi fa paura delle persone gay è che sono il 2%, ma sono anche il 50% di nuovi casi di Aids e l’80% di nuovi casi di sifilide. Per anni i medici che dicevano che c’era una correlazione tra fumo e cancro venivano denunciati e condannati per diffamazione”- prosegue – “Succede lo stesso adesso sui gay. Che si ammalano più degli altri perché usano il tubo digerente per fare sesso, e non è portato per quelle attività. Tutti gli ex gay dichiarano di essere molto più felici da ex e molto più equilibrati. Non ho mai conosciuto un gay con un equilibrio pieno. C’è una grossa percentuale di persone gay con un gran numero di partner e hanno 140 volte più degli altri il rischio di beccare l’Aids e la sifilide. C’è chi arriva ad avere 400 partner l’anno, più di uno al giorno. oi non avete mai visto morire una persona di Aids, io sì”.

Poi rivela: “Conosco molti gay, che si fanno chiamare Gey, e si rendono conto che il sesso anale è qualcosa di negativo, quindi lo rifiutano. Il sesso, l’essere maschio e l’essere femmine, servono per proprio per la riproduzione. Il sesso non è un giocattolo. Due maschi insieme si possono strofinare delle robe, sì, vabbè, possono essere contenti. Ma la sessualità non è questo. Con la sodomia invece vi cuccate una malattia procologica. E poi ci perdete qualcosa, perché è molto più divertente il sesso col diverso”.