«Non esiste una norma specifica che vieti agli appartenenti alla Polizia di Stato di firmare una petizione, ma non è nel merito della manifestazione che voglio entrare, quanto piuttosto sulla strumentalizzazione ricamata attorno alla vicenda». Così Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), in merito alla polemica dei due poliziotti fotografati a firmare la petizione in sostegno al Ministro dell’Interno, presso un gazebo allestito ad Ascoli Piceno.
«Se quei due poliziotti avessero firmato una petizione promossa dallo schieramento politico che ha sollevato il polverone, sicuramente non sarebbero stati bloccati da nessuno, nemmeno da chi ora li accusa e li ha dati in pasto ai media. Mi chiedo dove siano queste persone, quando ad essere evidenti sono fatti ben più gravi, quando servono tutele, strumenti, dotazioni o sostegni di sorta. Dall’inizio del 2019, qualcuno si ricorda di chi ha perso la propria vita nell’adempimento del dovere? Eppure è trascorso appena un mese. Sono ben due i nostri colleghi che hanno tragicamente perso la vita. Nessuno ne ha parlato, nessuno si è indignato, i media non se ne sono occupati. Il fatto che i due poliziotti di Ascoli Piceno abbiano apposto la firma è diventato un caso nazionale. Ricordiamo – conclude Paoloni – che da oltre un decennio i poliziotti possono essere iscritti a partiti e che qualcuno tenti di rispolverare norme desuete e inapplicate è veramente preoccupante».
COMUNICATO STAMPA SAP
Poliziotti pro-Salvini, la Questura di Ascoli apre unʼinchiesta