“Il centrosinistra è campo di Agramante, terra bruciata. Bisogna ricostruire, senza ritorni all’indietro. Non si sono ancora fatti i conti con la sconfitta e se si pensa che sia colpa degli elettori che non ci hanno capito non si ricostruirà nulla di vincente”. Lo afferma l’ex premier Enrico Letta, in una intervista al Corriere della Sera, in cui commenta l’operato del governo, riflette sulle sorti del centrosinistra e guarda alla scadenza delle elezioni europee.
“Pensiamo che ora gli elettori rinsaviranno e ci richiameranno? Non accadrà, servono schemi, facce nuove”.”La grande forza del centrosinistra è stata l’essere ancorato all’idea di Italia – ragiona Letta -. Non dobbiamo regalare a Salvini e Di Maio la paternità della parola Italia, come se loro fossero i rappresentanti del popolo, i sovranisti italiani e noi gli europeisti. L’alternativa deve partire dall’idea che l’Italia non è quel paese chiuso e autarchico che sta purtroppo emergendo”.
Quanto al manifesto “Siamo europei” di Carlo Calenda Letta osserva che il “protagonismo di Calenda è utile e positivo”, però “il vero guaio del nostro paese è stata la saldatura tra M5s e Lega e una narrazione elite contro il popolo, antipopulisti contro i populisti rischia di rafforzarli. Io ho voluto mettere in guardia Calenda da questo rischio forte”. Sottoscriverà il manifesto? “Mi pare si sia reso conto di questo rischio – risponde Letta -. Vediamo come va a finire”.
Infine un commento sulla gestione dei migranti da parte del governo gialloverde. “Il mio atto d’accusa è che Salvini non vuole risolvere la crisi dei migranti, vuole aggravarla”, in vista delle Europee “vogliono fare campagna sui poveracci. Una cosa disgustosa che non c’entra con il dna italiano. Salvini non ha mai ragionato di soluzioni…. Deve tenere in piedi questo circo per dare la colpa di tutto ai migranti, ai neri, alle Ong”, conclude Letta. (askanews)