“Il testo sulla riforma della legittima difesa è stato radiografato e valutato in tutti i suoi passaggi. Si tratta di un provvedimento legittimo, coerente e di buon senso, atteso dalla stragrande maggioranza degli italiani. Ribadisco: non si dà luogo a nessun far west, né alla vendita libera di armi. Abbiamo ascoltato in commissione suggerimenti apprezzabili, ma anche le solite sparate strumentali e senza fondamento contro l’impianto della riforma. C’è chi continua a non vedere la realtà quotidiana di insicurezza che vive la gente e che insiste a volerla derubricare a una semplice percezione”.
Lo afferma il sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone a margine della seduta della commissione Giustizia alla Camera.
“In primo luogo, ricordiamo che la legittima difesa è una causa di non punibilità per un fatto che è astrattamente previsto come reato, ma che è commesso per la necessità di difendersi da un’aggressione. Già la legge 59 del 2006 aveva previsto che, in caso di violazione di domicilio, sussiste un rapporto di proporzione tra aggressione e difesa per tutelare la propria e l’altrui incolumità. Anche allora la stessa parte politica gridò al ‘far west’, che regolarmente non si è registrato. E oggi la stessa musica non cambia.
Per quanto riguarda il ‘grave turbamento’, la situazione che esplicita è funzionale all’introduzione nell’ordinamento giuridico dell’istituto della ‘minorata difesa’. Ma l’aggiunta del concetto di ‘grave turbamento’ non è una novità nel panorama penalistico italiano. Per la fattispecie di atti persecutori, ovvero di stalking, la prova del grave stato d’ansia e di paura deve essere ancorata, secondo la giurisprudenza, ad un evidente turbamento psicologico della vittima. Analogamente per il delitto di minaccia grave. Qualcuno ha anche ritenuto che la previsione di un’ipotetica indennità a favore dell’autore del reato, rimasto eventualmente leso, fosse un eccesso di garantismo. In realtà, l’indennità, non comparabile al risarcimento sul piano dell’entità e da considerare sotto il profilo civilistico, è prevista solo se sia accertato un eccesso colposo e di conseguenza la reazione non si configuri come legittima difesa. Se c’è legittima difesa, dunque, non c’è indennità. Altro punto nodale, la questione della proporzionalità, che è riferita alle condotte, che sono l’aggressione perpetrata dall’autore del reato, che si introduce nel domicilio dell’offeso, e la difesa dell’aggredito, senza alcun altro riferimento. E’ in questo senso che l’impianto risulta pienamente in armonia con il dettato costituzionale. Strumentale anche la richiesta di togliere la parola ‘sempre’, considerandola ‘propaganda’. Al contrario, ‘sempre’ ha in questo caso una funzione sostanziale, perché significa che non si può mai commettere un reato invadendo la sfera giuridica altrui, senza assumersi il rischio di subirne le eventuali conseguenze. Sulla strumentalità di certa parte dell’opposizione ho già detto.
Voglio solo ricordare a chi ha citato l’articolo 2 del Cedu (Convenzione europea dei diritti dell’uomo) relativamente al diritto alla vita, riferendosi ovviamente a chi commette il reato, che anche la vittima del reato e i suoi famigliari hanno il medesimo diritto. Ci stupiamo, al contrario, come siano predominanti per qualcuno i diritti del reo rispetto a quelli delle vittime. Per quanto riguarda, infine, la richiesta se esistano statistiche sulla legittima difesa, la risposta è negativa perché i reati non sono rubricati secondo questo parametro. Credo tuttavia che questa sia una necessità improrogabile. Per questo provvederò a insediare un Tavolo tecnico al ministero per monitorare i casi di condanna per il mancato riconoscimento della legittima difesa e per eccesso colposo.
E’ evidente che con una norma più chiara i procedimenti penali, seppur doverosamente attivati, potranno essere archiviati più velocemente, a differenza di quanto accaduto finora per chi ha esercitato la legittima difesa e, ugualmente, ha dovuto subire un lunghissimo e costoso iter giudiziario”.
Ufficio Stampa Jacopo Morrone – Lega Salvini Premier