Il governo lo ha promesso e nulla dovrebbe ostacolare per Cesare Battisti l’apertura delle porte di una cella. C’è un però: quanto durerà la carcerazione? Il terrorista dei Pac sconterà tutta la pena (l’ergastolo) oppure un giorno, presto o tardi, otterrà un qualche sconto che gli riconsegnerà la libertà?
C’è qualcuno che è sicuro la carcerazione di Battisti, dopo la cattura in Bolivia, non durerà per sempre. Si tratta di Pietro Mutti, ovvero l’uomo che aiutò il terrorista ad evadere dal carcere di Frosinone prima di far perdere le sue tracce in giro per il mondo. 38 anni di latitanza grazie (anche) a quella rocambolesca fuga del 4 ottobre del 1981. “Battisti ha vissuto tutta la sua esistenza fuori, tranquillo. Da personaggio pubblico, in Francia e in Brasile. Adesso, a 64 anni, se ne può andare in carcere a scrivere i suoi libri”, dice l’ex membro di Prima Linea.
A La Verità, Mutti racconta quei momenti dell’evasione di Battisti. Il commando, le pistole, l’irruzione al carcere di Frosinone e la fuga prima in auto, poi con un furgone e infine in treno verso Roma. Qualcuno ospitò il terrorista prima della sua fuga verso l’Europa.
Ma non è tanto il racconto di quella evasione a colpire. Sono le parole di Mutti sul futuro da carcerato di Battisti: “Questa storia doveva finire tanto tempo fa – dice – Il periodo delle provocazioni è finito, ora Battisti si faccia la sua galera e non rompa le scatole. Anche se non credo che andrà così”. Ne è convinto: “Vedrà che troverà una scusa – spiega a La Verità – Secondo me non starà molto in cella. Addurrà motivi di salute. Logicamente qualche anno lo sconterà, ma di sicuro non è il tipo che morirà in gabbia“.