Il presidente della Banca Mondiale, il coreano Jim Yong Kim, ha rassegnato le dimissioni e lascerà l’incarico il prossimo 1 febbraio, con oltre tre anni di anticipo rispeto alla scadenza del suo mandato, che nel 2017 era stato rinnovato per altri 5 anni.
Non sono stati rese note le ragioni delle dimissioni, ma è noto che Kim – un convinto ambientalista che aveva spinto per finanziare numerosi progetti per le energie rinnovabili (lobby green) – era in forte disaccordo con la politica dell’amministrazione Trump rispetto ad ambiente e clima. (euronews)
Durante il suo mandato Kim è però stato soprattutto criticato. Una pioggia di polemiche è piovuta dopo la sua riorganizzazione dell’istituto. Lo staff della banca ha denunciato nel 2016 una «mancanza di leadership» e chiesto, in una lettera al consiglio di amministrazione, la scelta sulla base del merito del successivo presidente. Lo scandalo maggiore avvenuto sotto la sua guida sono state le dimissioni del capo economista Paul Romer, assunto proprio da Kim. Romer lasciando l’istituto ha spiegato come a suo avviso l’integrità scientifica della banca era compromessa.