Manovra, Richetti (Pd): oggi ricorso alla Consulta

“Oggi insieme ai senatori del mio gruppo firmiamo e depositiamo il #ricorso alla Consulta contro una legge di Bilancio approvata fuori dall’ordinario percorso parlamentare, senza che Commissioni (a partire da quella sul Bilancio) e Aula abbiamo potuto anche solo toccare il testo. Un fatto grave, nella forma e nella sostanza. Una legge che dimentica i giovani, punisce i pensionati, abbandona le imprese. E aumenta le tasse per il volontariato e chi fa del bene. A favore di condoni e di chi prova a raggirare il prossimo. Tutto il contrario di quello che chiedono gli italiani”.

Lo ha annunciato Matteo Richetti, senatore del Partito democratico.

Il 22 dicembre, ancher il capogruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci, ha annunciato in Aula che il suo partito, “viste le gravissime violazioni dell’articolo 72 della Costituzione”, solleverà “ai sensi dell’art. 134 della Costituzione” un ricorso alla Consulta “affinché si pronunci sulle enormità che si sono compiute sotto i nostri occhi”.

Paladini della Costituzione che non conoscono – e che volevano modificare -, il piddino sono stati stoppati prontamente dal costituzionalista De Siervo. Il costituzionalista di Firenze che ha presieduto la Corte ha dichiarato: “La mossa del Pd? Un partito non può ricorrere alla Corte, ma ci si può rivolgere a un giudice che sollevi la questione di costituzionalità”.

«No, assolutamente», spiega De Siervo a Repubblica, «anche se ci sono motivi gravi di allarme istituzionale, non è questa la via che può essere seguita, per la semplice ragione che i conflitti intervengono tra i poteri supremi dello Stato. E un partito non rientra nella categoria dei poteri che finora hanno potuto compiere un passo del genere».

Ma Richetti non è stato ancora avvertito?