Si tratta di un minimo taglio del contributo che ogni anno l’Italia versa all’Onu. Però è un messaggio chiaro della direzione che il governo guidato dal premier Giuseppe Conte intende dare al Paese. Una misura annunciata tempo fa proprio dal vice premier leghista Matteo Salvini che, lo scorso settembre, era entrato in contrasto con l’organizzazione dopo che questa aveva minacciato di inviare in Italia i commissari per monitorare “forte incremento di atti di violenza e di razzismo contro migranti, persone di discendenza africana e rom”.
Reprimende dall’Onu, una “organizzazione che costa miliardi di euro, a cui l’Italia dà più di 100 milioni all’anno di contributi”, Salvini non è stato disposto ad accettarle. E così, già nei mesi scorsi, aveva annunciato che avrebbe ragionato con il vice premier Luigi Di Maio “sull’utilità di continuare a dare tutti questi soldi per finanziare sprechi, mangerie, ruberie”.
Il taglio del contributo dell’Italia all’Onu è stato inserito dal governo gialloverde nella manovra, votata domenica notte dal Senato e che nei prossimi giorni andrà in terza lettura alla Camera. Il contributo verrà, quindi, ridotto di 35,3 milioni di euro nel 2019 e di 32,3 milioni di euro a decorrere dal 2020. Il contributo è previsto dalla legge 848 del 1957, che diede piena esecuzione da parte italiana allo Statuto delle Nazioni Unite. Spetterà al ministero degli Esteri provvedere “agli adempimenti necessari, anche sul piano internazionale, per rinegoziare i termini dell’accordo internazionale concernente la determinazione dei contributi alle organizzazioni internazionali di cui l’Italia è parte”.