Assolta il 31 ottobre, dopo nove anni di prigione, e rilasciata una settimana dopo, Asia Bibi non è ancora libera nei suoi movimenti, come racconta il giornale La Croix nella sua edizione della vigilia di Natale. La cristiana pakistana era stata condannata a morte per blasfemia nel 2010 nel suo paese, dove tale accusa è un argomento estremamente delicato. Il caso ha avuto un impatto internazionale.
“Asia e suo marito vivono in una residenza nella capitale, sorvegliati dalle autorità pakistane”, ha detto Anne-Isabelle Tollet, una giornalista che ha seguito il caso. È “totalmente impossibile per loro lasciare la loro casa”. Secondo la giornalista, anche i figli della coppia “sono minacciati dagli estremisti islamici, come i loro genitori”.
Un membro dell’ufficio della sezione inglese di Aiuto alla Chiesa in difficoltà conferma quotidianamente che gli islamisti continuano a cercare sia i parenti di Asia Bibi, che l’avvocato che l’ha difesa, minacciato anch’egli, e che ora vive in un luogo segreto.
Asia Bibi non ha ancora ottenuto il permesso di lasciare il Pakistan per cercare rifugio in un altro paese. La Francia è tra i paesi che hanno indicato di essere pronti ad ospitarla, ma Asia e la sua famiglia preferirebbero andare nel Regno Unito o nel Nord America, dove vivono altre comunità cristiane pakistane.