La Turchia sta inviando rinforzi militari al confine con la Siria. Lo riferisce l’agenzia di stampa turca “Dohan News Agency” (Dha), aggiungendo che circa 100 veicoli si sono diretti verso l’area. Pochi giorni fa, il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva detto che la Turchia avrebbe rinviato l’operazione militare programmata nel nord della Siria, a est del fiume Eufrate, dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva annunciato il ritiro della presenza militare Usa.
Secondo “Dha”, il convoglio turco è diretto verso il distretto di confine di Kilis, situato nella provincia meridionale di Hatay, e comprende carri armati, artiglieria e veicoli da trasporto truppe. Parte del materiale e del personale militare è stato schierato lungo il confine, mentre altri uomini e attrezzature dovrebbero penetrare in Siria attraverso Elbeyli, distretto e città situata a 45 chilometri dalla città di Manbij, nel nord della Siria. La Turchia controlla tutta l’area a nord della Siria ad ovest del fiume Eufrate, tranne che la città di Manbij che è rimasta sotto il controllo curdo dopo la sua liberazione dallo Stato islamico nel 2017.
Ieri il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, in una conferenza stampa congiunta con l’omologo libico, Mohamed Taher Siala, aveva detto che nessuno sarà in grado di impedire ad Ankara di avviare una nuova operazione militare in Siria, a est del fiume Eufrate, dopo il ritiro dei militari statunitensi. “Abbiamo neutralizzato più di 4.000 terroristi di Daesh (acronimo arabo di Stato islamico dell’Iraq e del Levante) nell’operazione Scudo dell’Eufrate. Nessuno ha potuto impedire l’operazione ad Afrin; allo stesso modo, nessuno sarà in grado di impedirci di distruggere questi terroristi e di liberare l’est dell’Eufrate”, aveva detto Cavusoglu, rispondendo a una domanda sulla posizione della Turchia circa una riunione tenuti ieri a Parigi tra le Unità per la protezione dei popoli (Ypg, milizia curdo-siriana considerata come un’organizzazione terroristica da Ankara) e alcuni funzionari francesi.
Il ritiro di Washington dalla Siria espone di fatto le Ypg – protagoniste nella lotta contro lo Stato islamico – all’offensiva della Turchia. Gli unici occidentali a essere rimasti sul terreno e a fare da “deterrente” sono ora i militari francesi. Da parte sua, Ankara – per ragioni di sicurezza interna e per salvaguardare l’integrità territoriale della Siria – non è disposta ad avere ai suoi confini sudorientali una regione indipendente controllata dai curdi. (agenzianova.com)