L’ex presidente della Camera, dopo il fallimento di Sel e di LeU, riparte da Futura, una rete progressista che dovrebbe aiutare la nascita di un centrosinistra “allargato”, in pratica, l’ennesima ‘cosa rossa’ a sinistra del Pd. Difficilmente prenderà più del 3,4% ottenuto da LeU, un soggetto politico che teneva insieme i dalemian-bersaniani di Mdp, i civatiani di Possibile e gli ex vendoliani di Sel. Ad ogni modo basterà apettare le Regionali piemontesi, primo test elettorale per ‘Futura’, per capire il suo potenziale bacino elettorale e se riuscirà a esser determinante per la riconferma di Sergio Chiamparino alla guida del Piemonte. Ed è proprio da Torino che la Boldrini si è lanciata in questa nuova avventura ma, nelle sue intenzioni, lo sguardo è già rivolto verso le Europee della prossima primavera.
Lo scorso lunedì, alla Fabbrica E del capoluogo piemontese, la Boldrini, davanti a una platea di 150 persone, ha presentato la sua proposta che si fonda su tre pilastri: l’ambientalismo, il femminismo e il mondo del volontariato.
A partecipare all’evento, fa notare Italia Oggi, oltre a vari esponenti locali di sinistra o delusi del Pd, era presente anche l’ ex consigliere del M5s di Rivoli, Carlotta Trevisan, che ha abbandonato il movimento dopo la ‘stipula del contratto di governo’ con Matteo Salvini. Futura, dal fronte civico, “resta ancorata al centrosinistra” ma, spiegano i fondatori, si distingue dalle altre forze di sinistra radicale proprio per il sostegno dato a Chiamparino, governatore schierato con i sì Tav. Ma, per la Boldrini, il vero “appuntamento con la storia contemporanea” sono le Europee dove occorre presentarsi per fermare le forze sovraniste. “Il mondo progressista non può più stare a guardare leccandosi le ferite: per questo occorre superare il partitismo e creare una rete politica di sinistra basata su pochi ma chiari temi centrali“, pare abbia detto l’ex presidente della Camera.