Insultato su Facebook, assegnata scorta al giudice Gerardo Boragine

Un giudice è finito sotto scorta, per decisione del Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica di Lucca, dopo essere “stato fatto oggetto di pesanti insulti e gravi minacce” nei commenti a un post su Facebook del ministro dell’Interno Matteo Salvini. A rivelarlo è l’Anm Toscana, che ha espresso solidarietà al giudice, Gerardo Boragine.

Il magistrato ha assolto 26 giovani processati dopo una manifestazione contro Salvini del 2015 perché accusati di adunata sediziosa. Boragine li aveva assolti perché “il fatto non sussiste”. Una decisione che il ministro dell’Interno ha commentato con un post su Facebook: “Evidentemente aggredire e lanciare sassi per qualcuno non è reato. Evviva la ‘giustizia’ italiana. Io tiro dritto”. Sotto al post una ridda di commenti contro il giudice Boragine e la “magistratura rossa”, con insulti e minacce.

“Piena solidarietà anche da parte del Partito democratico al giudice Boragine, fatto oggetto di gravissime minacce e di intimidazioni, tanto da far decidere agli organi l’assegnazione di una scorta”, sono state le parole di Walter Verini, deputato e componente Pd in Commissione Giustizia della Camera, intervenuto sul caso. “Grave la responsabilità anche del ministro Salvini, che non ha fatto niente per sconfessare e far cessare il clima di odio e d’intimidazione nei confronti di un magistrato. Ci aspettiamo una sia pur tardiva presa di posizione del ministro della Giustizia Bonafede, che non può limitarsi a guardare”, continua.

www.today.it

Procura di Roma: “Insultare sui social non è reato, ma uno sfogo”