IL TRIBUNALE DEI MINORENNI DI VENEZIA TRATTA I BIMBI COME FOSSERO DEI COLPEVOLI
Verona: piccolo di tre anni mandato in comunità così si abitua all’adozione. Il piccino viveva tranquillo con una famiglia affidataria, in stretto e amorevole contatto con i nonni materni. L’avvocato Miraglia: “Cattiveria pura”
VERONA (12 dicembre 2018). Un bambino di tre anni, che viveva tranquillo fino ad alcuni giorni fa con una famiglia affidataria, in stretto contatto con i nonni materni, è stato strappato dalla serena vita che conduceva e sbattuto, da solo, in una comunità. La sua colpa? Essere stato dichiarato adottabile dal Tribunale dei minori di Venezia, in quanto i Servizi sociali della sua città, Verona, hanno giudicato la nonna incapace di occuparsi di lui, poiché vent’anni fa non è stata una madre ferma e autorevole con la figlia. «Vent’anni fa non sarebbe stata una brava madre e la colpa le deve ricadere ancora addosso, ma soprattutto su un piccino di tre anni appena, che non riesce a capire perché fino a ieri dormiva nel suo lettino e oggi si trova in una struttura comunitaria, circondato da perfetti sconosciuti?» tuona l’avvocato Francesco Miraglia, cui i nonni materni del piccolo si sono rivolti. «Che colpe può aver avuto mai questo bambino?» prosegue Miraglia, «tanto da “punirlo” con tanta cattiveria, neanche fosse un criminale. Il Tribunale dei minorenni è nato con lo scopo di tutelare i bambini, non con quello di opprimerli».
La madre del piccolo non può occuparsene, pertanto è vissuto con i nonni, finché loro stessi hanno chiesto aiuto ai Servizi sociali: speravano in un sostegno, in un percorso insieme, invece il piccolo è stato affidato a una famiglia, che lo ha sempre trattato amorevolmente e con la quale il piccino si trova bene. Il rapporto tra questa famiglia e i nonni era più che cordiale, trascorrevano alcune occasioni insieme, il bimbo passava spesso le giornate e anche alcuni notti dai nonni. Tutto si svolgeva in un clima sereno, come pure gli stessi Servizi sociali avevano riscontrato. A un certo punto, però, non si capisce perché, cambiano repentinamente idea, decidono che il piccolo con la famiglia affidataria non potrà stare ovviamente per sempre, ma nemmeno tornare con i nonni, in quanto appunto la nonna non avrebbe mostrato polso fermo con la figlia, madre del piccolo, vent’anni fa. Il bimbo è stato quindi portato in una comunità e non può nemmeno più vedere i nonni, “così si abitua prima a staccarsi da loro, visto che una volta adottato non li rivedrà mai più” .
«Abbiamo presentato istanza di appello alla sua adottabilità» conclude l’avvocato Miraglia, «chiedendo di disporre una perizia tecnica che valuti il bimbo e i nonni e che loro nel frattempo possano almeno riprendere a vederlo. Il Tribunale dei minorenni di Venezia si conferma un istituto che anziché tutelare i bambini li controlla e in questo caso anche punisce. Come nella recente vicenda del ragazzino ritenuto troppo effeminato: il tribunale solo per questo voleva allontanarlo dalla madre e dalle sorelle. Lancio infine un appello al sindaco di Verona, Federico Sboarina, perché si informi su ciò che accade nella sua civilissima città».
Avv. Francesco Miraglia