ROMA, 10 DIC – Al summit di Marrakech, che si apre oggi, ci saranno parecchie sedie vuote. Tutto è pronto per la firma dell’accordo, non vincolante, fortemente voluto dall’Onu nel tentativo di dare una risposta globale al problema delle migrazioni. Ma il summit che doveva riunire i 190 Paesi firmatari del Patto adottato a luglio a New York, ha già parecchie defezioni, soprattutto europee. I 27 dell’Unione che avevano a lungo parlato di negoziati “a una sola voce”, ora sono divisi: le misure previste, per molti Paesi, soprattutto dell’Est, sarebbero un’ingerenza nelle politiche nazionali. E a nulla è valso l’appello dell’Ue ai Paesi che hanno deciso di non partecipare.
I primi a defilarsi dal Patto, nel 2017, sono stati gli Stati Uniti. Poi, a luglio scorso, l’Ungheria del premier Vitkor Orban. Da qui in poi una serie di defezioni a cominciare dal gruppo di Visegrad: Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e poi ancora Austria, Bulgaria, Croazia, Israele e Australia. La Svizzera ha annunciato che non andrà al vertice in attesa di un pronunciamento del Parlamento. Stessa posizione assunta dall’Italia
Del governo italiano a Marrakech, oggi e domani non ci sarà nessuno. Il patto sui migranti ha provocato una crisi anche in Belgio. Il primo partito della coalizione, N-Va (l’Alleanza fiamminga di destra), ha ritirato i suoi ministri dal governo in contrasto con la decisione del premier Charles Michel di recarsi in Marocco per sottoscrivere l’intesa.
Il documento del Global Compact, 41 pagine, è stato negoziato per oltre 18 mesi e parla di immigrazione “disciplinata, sicura, regolare e responsabile”, fissando 23 obiettivi da centrare. Ma la sfida principale è quella di creare una rete internazionale per l’accoglienza di migranti e rifugiati. Dopo la firma di Marrakech, il documento passerà all’Assemblea generale delle Nazioni Unite per un’ulteriore approvazione. (ANSAmed).
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