Paolo Becchi – – liberoquotidiano.it
La trattativa sulla manovra che il governo italiano ha messo in campo con l’Unione europea nasconde rischi gravissimi per il futuro dell’esecutivo Lega-M5s. Secondo il filosofo Paolo Becchi in un’intervista a lospecialegiornale.it, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non dovrebbe accettare l’abbassamento del deficit, senza considerare gli effetti drammatici sull’Italia nei mesi successivi: “È proprio questo l’errore – dice Becchi – pensare di arrivare a maggio illesi.
Ma non è così, non si può dire che scendere dal 2,4% al 2% sia una cosa da niente. Va bene cercare un compromesso con Bruxelles, ma se si tratta di rimodulazioni interne, di spostare le risorse da un capitolo all’altro per esempio, dando priorità a una misura rispetto all’altra… Se l’obiettivo è favorire la crescita, abbassando i numeretti avremo meno crescita e la manovra sarà molto meno espansiva rispetto alle previsioni”.
A pagare, e carissimo, non saranno solo gli italiani, ma anche i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio: “Con la perdita di consenso – ricorda Becchi – tanto per la Lega che per il M5s. Non dico che lo perderanno tutto, ma è molto probabile che possa incrinarsi rispetto agli attuali sondaggi. Abbassando il deficit diventerà molto più difficile realizzare ciò che si è promesso, dopo aver ripetuto in campagna elettorale di essere pronti anche a sfondare il parametro del 3%. La rivoluzione sovranista rischia di essere indebolita.
Tenere duro adesso, significherebbe dotarsi di un plusvalore politico da sfruttare alle prossime europee. Cedere adesso invece equivarrà ad averla data vinta all’Europa. Non basterà dire di aver vinto comunque di fronte a una retromarcia. Affermare di aver vinto quando si è quasi perso, non è mai stata una strategia vincente. Il popolo italiano non è stupido e lo ha dimostrato in varie occasioni”.