Trani: giudice del “copia e incolla” si ravvede e sospende trasferimento di un bambino

TRANI (4 dicembre 2018). Si è “ravveduto” il giudice di Trani, che voleva obbligare un bimbo a lasciare il padre con cui abita dalla nascita, per farlo andare a vivere con la madre, con cui il piccolo proprio non vuole stare e che nemmeno quasi conosce. La donna vive addirittura in un’altra Regione e con lei sta solo il figlio più piccolo: la donna, infatti, se ne andò da casa, senza preavviso e senza motivazione, al momento del parto del secondo figlio, e non ha più fatto ritorno a Trani, lasciando il figlioletto maggiore con il padre. La decisione del giudice, pertanto, aveva devastato il piccino, causandogli gravi preoccupazioni, e appariva, oltretutto, completamente immotivata. Decisione assunta persino senza analizzare i documenti e le perizie, limitandosi a un copia e incolla.

Adesso il provvedimento di allontanamento dalla casa paterna è stato sospeso ed è stato nominato un collegio di periti con il compito di valutare la vicenda. «Devo ringraziare il presidente del tribunale se si è giunti a questa decisione» commenta l’avvocato Francesco Miraglia, che tutela il padre del piccolo, «cui ho scritto personalmente e che in nemmeno una settimana è intervenuto a porre rimedio. Si è potuti quindi sospendere l’allontanamento del bambino in attesa di una perizia tecnica.

La vicenda continua ad avere comunque dell’incredibile, in quanto non si arrestano le “sviste” del giudice che ha causato tutto questo “pasticcio”: uno dei tre periti nominati dal magistrato non può far parte del collegio peritale, in quanto si è già occupato della vicenda come Consulente tecnico di parte, con incarico affidatogli dalla madre. Ancora di più questo giudice mostra un atteggiamento di superficialità tale da assumere decisioni ed emanare provvedimenti dal forte impatto sulla vita di questo bambino, senza nemmeno leggere gli atti. E ancora una volta, e con maggiore fermezza, torno a chiedere al presidente del tribunale di rimuove tale giudice da questo incarico e di avocarlo a sé».

Avv. Francesco Miraglia