Dopo 8 anni di cure dimagranti, l’organico del sistema sanitario laziale si è rinsecchito: ha perduto 16 ospedali, il 14% del personale e 3.600 posti letto (finendo sotto la media nazionale dei 3 letti ogni mille residenti). Anche per questi motivi aumentano le file nei Pronto soccorso.
«Le Regioni che registrano i tempi di attesa maggiori per i codici gialli risultano le Marche (42,9 minuti) e il Lazio (28,5 minuti)», quantifica il «Rapporto Oasi 2018», curato dal Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale dell’Università Bocconi.
Nel rapporto si evidenzia anche il record della mobilità passiva, quella dei viaggi della speranza in cerca di un letto fuori dai confini laziali: «Se si considera la provenienza dei pazienti ricoverati fuori regione rispetto alla mobilità complessiva, è la Campania a presentare la percentuale più elevata (10,5%), seguita da Lazio (10,3%), Lombardia (8,0%), Puglia (7,9%) e Calabria (7,7%)». Ma le strutture laziali dispongono solo di «7,1 operatori sanitari ogni mille abitanti (la Lombardia ne ha 9,6)».